DI MASSIMILIANO CASTELLANI
Il calcio spezzatino ultramediatico ricattato dagli ultrà ha reso gli stadi tristi non più accessibili ai “tifosi veri” e alle loro famiglie
È una Babele insidiosa e maligna questo benedetto pallone. E noi che come Lucio Dalla, siamo cresciuti «guardando le partite alla radio», - mentre ascoltavamo la voce amica di Tutto il calcio minuto per minuto ci sentiamo i veri condannati al Daspo. L’estate sta finendo e un’era se ne va. Quella che comincia per il calcio italiano dicono sia l’«era della tessera» che rimetterà le cose a posto, ripulirà le Curve, riporterà la sicurezza e la pace negli stadi. Sarà vero? È pur vero che dopo un decennio nero, di guerriglie urbane, macchine incendiate, accoltellati, agenti feriti e ispettori di Polizia caduti assurdamente sul “campo” (l’omicidio di Filippo Raciti ancora irrisolto), da qualche parte bisognava pur cominciare. Il problema è che anche nella nostra Repubblica fondata sul pallone, gattopardescamente si insinua da sempre lo striscione intimidatorio: «perché tutto cambi occorre che tutto resti uguale». Uno slogan adottato dai presidenti delle società, ai quali fino a ieri, il gioco è andato bene così, anche cedendo al ricatto e foraggiando i capricci dalle spese per le trasferte fino all’ultima sciarpa - dei gruppi ultrà. Poi però l’affare si è fatto commerciale e di conseguenza politico, la situazione gli è sfuggita di mano, e alla fine, dopo aver gridato e minacciato, al padre- patron non è rimasto che spedire la palla avvelenata in tribuna, prendere tempo e chiedere aiuto al vecchio e traballante Stato.
Il quale, a sua volta, avendo legami più o meno diretti con gli stessi imprenditori dell’Azienda calcio, sta usando la stessa tattica: pugno di ferro e che il messaggio della «tolleranza zero» arrivi agli ultrà. Ma intanto melina ad oltranza, sperando che i tempi, compresi quelli supplementari e al limite ai rigori, aggiustino tutto. Però così si rischia che a pagare sia solo e soltanto uno: il tifoso-vero. Più raro di un panda per la pubblica ottusità, eppure ancora maggioranza civile e per questo silenziosa. Stanno uccidendo il papà-tifoso. Quello che oltre a crescere e a educare un figlio ai valori sani della vita, lo aveva anche introdotto in quello che un tempo era il meraviglioso mondo delle gradinate. Ci faranno vedere il calcio a tutte le ore, da quella di pranzo (anticipo domenicale delle 12,30 che fa saltare il tradizionale convivio in famiglia) fino a notte fonda, ma hanno deciso che oscureranno l’immagine del papà che porta per la prima volta il figlio allo stadio. Eppure, se sapessero quanto era importante quell’iniziazione per un genitore-tifoso: fondamentale quanto il primo dentino spuntato, il primo giorno di scuola, il diploma, la laurea del figlio. «La colpa è degli stadi», l’altro tormentone. I nostri, sono i più brutti e insicuri d’Europa, vero. Ma è anche vero che quando con il tempo e nonostante le bombe scampate i nostri stadi diventano luoghi d’arte e monumenti alla memoria, poi li buttano giù e ne costruiscono di nuovi che però hanno sempre barriere, fossati ed eserciti - spesso inutili e costosi per dividerci, per tenerci a distanza, anche a noi che siamo tifosi veri. Quelli sani e onesti che hanno sempre pagato il biglietto e che erano felici anche di fare la coda al botteghino in compagnia di un padre, di un amico. Sereni e pacifici nell’aspettare insieme, per ore, che la partita cominciasse, mangiando pane e frittata e brindando con una lattina a una felicità frizzante che forse può stare anche dentro lo spazio ristretto di 90 minuti. C’è chi considera tutto questo un passato da cancellare, e dai e dai ci si sta riuscendo. E non poter neanche più dire senza essere derisi, «mio padre (il buon Mario) mi ha portato in tutti gli stadi d’Italia e non ci è mai capitato niente...», è la peggiore delle sconfitte.
Ma anche per questo motivo, i violenti non possono averla vinta.
avvenire 29 agosto 2010
Blog sportivo, eventi e tanto altro ancora...
Gli ultrà iniziano a “digerire” la tessera
La prima sfida, Varese-Atalanta, da “bollino nero” per la contestazione della tessera del tifoso da parte degli ultrà è andata. Nessun incidente e la tifoseria atalantina stangata prima della trasferta per il derby lombardo: contro i 44 ultrà denunciati dalla questura di Bergamo per aver partecipato alla contestazione di mercoledì sera ad Alzano Lombardo nei confronti del ministro dell’Interno Roberto Maroni verrà adottata la misura del Daspo che vieterà il loro ingresso negli stadi. Qualche coro e striscione «no alla tessera» tra i campi di Serie B si sono sentiti e visti, ma la prima di Serie A allo stadio Friuli si è svolta in piena serenità. I circa mille tifosi genoani arrivati a Udine e i 1900 friulani che erano privi di documento sono comunque riusciti ad acquistare il biglietto e accedere allo stadio in tempo per l’inizio della partita. L’Udinese e la Questura di Udine si erano del resto già preparate: dalle 9 della mattina con un gazebo appositamente attrezzato per sopperire a questa emergenza. Oggi si temono manifestazioni da parte di altri gruppi ultrà a Firenze da parte dei napoletani e pertanto nei pressi dello stadio Franchi è stato potenziato il servizio di sicurezza con circa 300 agenti delle forze dell’ordine. Ieri intanto il Napoli calcio ha reso noto che su oltre 15mila tessere “Club Azzurro Card”, vagliate dalla divisione anticrime della Questura del capoluogo partenopeo meno di dieci sono state respinte perchè i richiedenti non erano idonei. Dopo i malumori degli ultimi giorni il numero delle nuove tessere del tifoso è in progressivo aumento: secondo le ultime rilevazioni sarebbero a quota 589.479 e quelle emesse a 397.949. I ritardi e i disguidi sono previsti per queste prime giornate, ma poi la macchina dovrebbe funzionare a pieno régime. Intanto però la tessera oltre a non essere gradita dagli ultrà riceve critiche anche dall’Associazione ’Giuseppe Dossetti che la boccia in quanto «schedatura di massa». L’Associazione Dossetti fa sapere che dopo avere ricevuto decine e decine di telefonate di tifosi, chiede un incontro chiarificatore con il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, e scende in campo per tutelare i diritti del «tifoso vero che ha sempre creduto nello sport e che oggi non vuole essere identificato con il violento che va allo stadio per delinquere».
avvenire
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«Il nostro calcio? Alla fine resta sempre lo stesso»
* di Nicola Sellitti
OTTAVIO BIANCHI
«Il nostro calcio? Alla fine resta sempre lo stesso»
Il new deal del pallone in Italia? Solo parole mentre i vertici federali restano attaccati alla poltrona dopo il fallimento sudafricano. Ottavio Bianchi è la nemesi del calcio scontato. Secondo l'ex tecnico di Atalanta, Napoli, Inter e Roma in Europa vince solo chi spende, Mourinho ha idee fisse ma vincenti, Benitez è pronto per la serie A e l'Inter imbattibile per un triennio, mentre Prandelli va sostenuto dalla federazione. Infine la fortuna di Zeman: il calcio negli ultimi vent'anni è sempre lo stesso.
È l'estate degli allenatori, tra la fine del ciclo Lippi in azzurro e l'inizio di Prandelli, Mourinho al Real e Milan, Juve e Inter che hanno cambiato guida tecnica. Cosa pensa di Benitez che ha già in bacheca il suo primo trofeo con l'Inter?
Lo spagnolo è arrivato preparato in Italia. D'altronde ora si conosce tutto di tutti, dai metodi di preparazione sino alla tattica. La differenza sta solo nella potenza economica delle società in grado di assicurarsi i calciatori migliori. L'unica difficoltà di Benitez è stata valutare l'organico che ha a disposizione.
I rapporti di forza nel nostro campionato saranno quelli emersi dalla Supercoppa italiana, con l'Inter due spanne oltre le avversarie?
I nerazzurri sono superiori a Roma, Juve e Milan. Se non si rovineranno da soli domineranno per i prossimi tre anni in A. Nella passata stagione la Roma ha lottato per il titolo solo per un calo fisiologico interista, i cui calciatori sono potenti e tecnici, in grado di vincere 1-0 anche senza giocar bene. Invece i giallorossi spesso continuano a specchiarsi nelle loro giocate. Non c'è più spazio per sorprese come il Verona del 1983 o il mio Napoli del 1987. In Europa vincono sempre le più forti: Chelsea, Manchester Utd in Inghilterra, Real Madrid o Barcellona in Spagna.
Due settimane fa ha avuto inizio l'avventura azzurra di Cesare Prandelli. Si può parlare - alla luce anche del ruolo assunto in federazione da Baggio, Sacchi e Rivera - di un nuovo corso del calcio in Italia in grado di ripartire dai giovani?
Discorso molto complesso. Il nuovo corso italiano non esiste e il calcio non è cambiato affatto. Dopo il mondiale peggiore della storia, i vertici federali sono ancora lì attaccati alla poltrona. Non ci sono segnali di cambiamento, in una disfatta del genere si perde tutti, non solo Lippi e i ventitré calciatori. Prandelli è un ottimo allenatore, il suo curriculum, tra esperienze nel settore giovanile e in una piazza difficile come Firenze, è ottimo. Va però aiutato. Il problema è che siamo un Paese importatore di talenti, a differenza della Germania. Il nostro sistema si è impoverito da molti anni, le avvisaglie c'erano tutte. Si dovrebbe ripartire dalla ristrutturazione dei vivai, dei campionati. Ridare spazio alla tecnica, rivedere i sistemi di allenamento. Il modello è il Barcellona, che insegna calcio e non ha paura di mettere in campo giovani di 18-19 anni. Da noi invece un talento come Pirlo è cresciuto in provincia prima di esplodere nel Milan a 24 anni. I giovani italiani, una volta tornati in una grande squadra, sono poco pronti per i match internazionali.
A proposito di giovani, l'Inter si è privata di Balotelli..
Non conosco i motivi della sua cessione ma apprezzo la gestione societaria di Massimo Moratti degli ultimi anni: niente spese pazze, club più importante di allenatori e calciatori, vendere chi vuol cambiar aria. I risultati sono sotto gli occhi di tutti.
L'altro esule interista Mourinho vincerà anche a Madrid?
È un tecnico dalle idee vincenti ma fisse. Ha bisogno di atleti che sposino in pieno la sua filosofia calcistica. Vincerà anche con il Real, però apprezzo maggiormente gli allenatori che vincono alla guida di piccole squadre.
Come vede il Milan di Allegri, alla luce anche del possibile arrivo di Ibrahimovic?
Conosco poco Allegri ma a Cagliari ha prodotto risultati facendo giocare bene la sua squadra, dettaglio non da poco. Certo, guidare un top team è diverso. Lo svedese resta un grandissimo calciatore che ha bisogno di un contesto tecnico adatto alle sue giocate. Da solo non può ribaltare le gerarchie in A.
Foggia, oltre vent'anni dopo, rivive la favola Zemanlandia.
La fortuna di Zeman è che il calcio non è cambiato! Spero davvero non si tratti di un amarcord, auguro a lui ogni fortuna.
ilmanifesto.it
OTTAVIO BIANCHI
«Il nostro calcio? Alla fine resta sempre lo stesso»
Il new deal del pallone in Italia? Solo parole mentre i vertici federali restano attaccati alla poltrona dopo il fallimento sudafricano. Ottavio Bianchi è la nemesi del calcio scontato. Secondo l'ex tecnico di Atalanta, Napoli, Inter e Roma in Europa vince solo chi spende, Mourinho ha idee fisse ma vincenti, Benitez è pronto per la serie A e l'Inter imbattibile per un triennio, mentre Prandelli va sostenuto dalla federazione. Infine la fortuna di Zeman: il calcio negli ultimi vent'anni è sempre lo stesso.
È l'estate degli allenatori, tra la fine del ciclo Lippi in azzurro e l'inizio di Prandelli, Mourinho al Real e Milan, Juve e Inter che hanno cambiato guida tecnica. Cosa pensa di Benitez che ha già in bacheca il suo primo trofeo con l'Inter?
Lo spagnolo è arrivato preparato in Italia. D'altronde ora si conosce tutto di tutti, dai metodi di preparazione sino alla tattica. La differenza sta solo nella potenza economica delle società in grado di assicurarsi i calciatori migliori. L'unica difficoltà di Benitez è stata valutare l'organico che ha a disposizione.
I rapporti di forza nel nostro campionato saranno quelli emersi dalla Supercoppa italiana, con l'Inter due spanne oltre le avversarie?
I nerazzurri sono superiori a Roma, Juve e Milan. Se non si rovineranno da soli domineranno per i prossimi tre anni in A. Nella passata stagione la Roma ha lottato per il titolo solo per un calo fisiologico interista, i cui calciatori sono potenti e tecnici, in grado di vincere 1-0 anche senza giocar bene. Invece i giallorossi spesso continuano a specchiarsi nelle loro giocate. Non c'è più spazio per sorprese come il Verona del 1983 o il mio Napoli del 1987. In Europa vincono sempre le più forti: Chelsea, Manchester Utd in Inghilterra, Real Madrid o Barcellona in Spagna.
Due settimane fa ha avuto inizio l'avventura azzurra di Cesare Prandelli. Si può parlare - alla luce anche del ruolo assunto in federazione da Baggio, Sacchi e Rivera - di un nuovo corso del calcio in Italia in grado di ripartire dai giovani?
Discorso molto complesso. Il nuovo corso italiano non esiste e il calcio non è cambiato affatto. Dopo il mondiale peggiore della storia, i vertici federali sono ancora lì attaccati alla poltrona. Non ci sono segnali di cambiamento, in una disfatta del genere si perde tutti, non solo Lippi e i ventitré calciatori. Prandelli è un ottimo allenatore, il suo curriculum, tra esperienze nel settore giovanile e in una piazza difficile come Firenze, è ottimo. Va però aiutato. Il problema è che siamo un Paese importatore di talenti, a differenza della Germania. Il nostro sistema si è impoverito da molti anni, le avvisaglie c'erano tutte. Si dovrebbe ripartire dalla ristrutturazione dei vivai, dei campionati. Ridare spazio alla tecnica, rivedere i sistemi di allenamento. Il modello è il Barcellona, che insegna calcio e non ha paura di mettere in campo giovani di 18-19 anni. Da noi invece un talento come Pirlo è cresciuto in provincia prima di esplodere nel Milan a 24 anni. I giovani italiani, una volta tornati in una grande squadra, sono poco pronti per i match internazionali.
A proposito di giovani, l'Inter si è privata di Balotelli..
Non conosco i motivi della sua cessione ma apprezzo la gestione societaria di Massimo Moratti degli ultimi anni: niente spese pazze, club più importante di allenatori e calciatori, vendere chi vuol cambiar aria. I risultati sono sotto gli occhi di tutti.
L'altro esule interista Mourinho vincerà anche a Madrid?
È un tecnico dalle idee vincenti ma fisse. Ha bisogno di atleti che sposino in pieno la sua filosofia calcistica. Vincerà anche con il Real, però apprezzo maggiormente gli allenatori che vincono alla guida di piccole squadre.
Come vede il Milan di Allegri, alla luce anche del possibile arrivo di Ibrahimovic?
Conosco poco Allegri ma a Cagliari ha prodotto risultati facendo giocare bene la sua squadra, dettaglio non da poco. Certo, guidare un top team è diverso. Lo svedese resta un grandissimo calciatore che ha bisogno di un contesto tecnico adatto alle sue giocate. Da solo non può ribaltare le gerarchie in A.
Foggia, oltre vent'anni dopo, rivive la favola Zemanlandia.
La fortuna di Zeman è che il calcio non è cambiato! Spero davvero non si tratti di un amarcord, auguro a lui ogni fortuna.
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Serie A: Bari-Juventus 1-0
Il Bari ha battuto la Juventus 1-0 in un incontro della prima giornata di serie A. Rete decisiva di Donati al 43' del primo tempo. Prima parte di gara vivace con numerosi capovolgimenti di fronte: occasionissima per il Bari al 22' con Ghezzal, la Juve replica al 33' con Melo. Al 43' biancorossi in vantaggio: sinistro dal limite dell'area di Donati che batte Storari. Nella ripresa il Bari sfiora il raddoppio in varie occasioni. Per la Juve lampi di Quagliarella e Chiellini allo scadere. (ansa)
A fuoco l'auto di Giacomo Tedesco
E' andata a fuoco l'auto del calciatore Giacomo Tedesco, in forza alla Reggina, formazione del campionato di Serie B.Il Suv, una Bmw X5, era parcheggiato sotto l'abitazione del giocatore in viale Calabria, a Reggio. A spegnere le fiamme sono stati i vigili del fuoco. Tedesco ha denunciato l'episodio ai carabinieri. Forse si e' trattato di un corto circuito, ma sono in corso accertamenti. 'Non vorrei fosse il gesto insano di qualche tifoso', ha dichiarato Tedesco. (ansa)
Tutto pronto per la «notte bianca» di San Siro
Una notte così San Siro non l’ha mai vissuta. Certo, il vecchio stadio trasformatosi nella Scala del calcio di eventi e giornate da ricordare ne ha vissute tante, ma quello che avverrà venerdì prossimo non si era mai registrato in passato. Il 3 settembre sarà infatti una data da ricordare, la “notte bianca di San Siro”, il Meazza aperto dalla mattina e per tutta la notte con la possibilità di girarlo e rigirarlo e, novità assoluta e piena di romanticismo, gustarsi il tramonto e le luci notturne di Milano dal terzo anello e ancora più su, dall’alto delle torri. Il merito di questo “miracolo a Milano” va al giovane assessore allo sport Alan Rizzi, un buon passato di calciatore e i piedi buoni soprattutto in fase realizzativa, che già un pensierino l’aveva fatto un anno fa senza però riuscire a trovare una data idonea, salvo poi reperirla ma subito cancellarla a causa dell’utilizzo in giugno dello stadio da parte del Cardinale Tettamanzi per i cresimandi. Questa volta però Rizzi è partito con largo anticipo, la giornata è stata trovata e, grazie alla fattiva collaborazione e all’impegno di Pierfrancesco Barletta, direttore dello stadio e amministratore delegato del Consorzio San Siro per la parte Inter e di Simona Trovati, responsabile del Museo e del tour all’interno dello stadio, lo stadio sarà aperto ai turisti, ma soprattutto ai milanesi che potranno gustarselo e rimirarselo per tutto il tempo che vorranno.
Abitualmente aperto dalle 10 alle 17, San Siro in questa occasione lo resterà fino alle 3 del mattino e, alla modica cifra di 12,50 euro a persona, gli appassionati potranno effettuare il tour tra spalti, gradinate, sale vip e soprattutto gli spogliatoi, misteriosi e tecnologicamente attrezzati come in nessun altro stadio. Passaggio obbligato e doverosamente lungo nel Museo del Meazza dove sono raccolti i cimeli e le testimonianze della storia di Inter e Milan, un percorso di memoria e di commozione che ha fatto del Museo un luogo di cultura sempre ricolmo di stranieri in adorazione mentre a latitare sono proprio i milanesi che, forse in modo presuntuoso e a torto, pretendono di sapere tutto dei rossonerazzurri. Ma a colmare la lacuna ci penseranno Barletta e Trovati, con la classica ciliegina sulla torta della vista dall’alto della città dormiente. E con la probabile presenza a sorpresa di personaggi della politica, dello sport e dello spettacolo Un’occasione da non perdere, un momento da ricordare sempre, questo l’obiettivo della “notte bianca “ di San Siro per poter dire: io c’ero.
ilgiornale.it
Abitualmente aperto dalle 10 alle 17, San Siro in questa occasione lo resterà fino alle 3 del mattino e, alla modica cifra di 12,50 euro a persona, gli appassionati potranno effettuare il tour tra spalti, gradinate, sale vip e soprattutto gli spogliatoi, misteriosi e tecnologicamente attrezzati come in nessun altro stadio. Passaggio obbligato e doverosamente lungo nel Museo del Meazza dove sono raccolti i cimeli e le testimonianze della storia di Inter e Milan, un percorso di memoria e di commozione che ha fatto del Museo un luogo di cultura sempre ricolmo di stranieri in adorazione mentre a latitare sono proprio i milanesi che, forse in modo presuntuoso e a torto, pretendono di sapere tutto dei rossonerazzurri. Ma a colmare la lacuna ci penseranno Barletta e Trovati, con la classica ciliegina sulla torta della vista dall’alto della città dormiente. E con la probabile presenza a sorpresa di personaggi della politica, dello sport e dello spettacolo Un’occasione da non perdere, un momento da ricordare sempre, questo l’obiettivo della “notte bianca “ di San Siro per poter dire: io c’ero.
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Catania e Palermo, imprevedibili esordi: Etnei e rosa, altalena di risultati nelle ultime stagioni
Francesco Biuso) Palermo e Catania scaldano i motori per la prima di campionato. I rosa se la vedranno in casa col Cagliari mentre gli etnei saranno impegnati al Bentegodi di Verona contro il Chievo. Nelle ultime quattro stagioni nella partita inaugurale i rosa sono usciti vincitori per due volte, e da perdenti nella altre due. Simile il bottino del Catania, con due successi, un pareggio ed una sconfitta. Andiamo ad analizzare meglio i debutti delle due siciliane.
Iniziamo la rassegna partendo dalla stagione 2006/07, anno della risalita degli etnei nella massima serie. Il Palermo ospita la Reggina, il Catania fa visita al Cagliari. I Rosa riescono ad imporsi per 4 a 3, durante una delle partite più spettacolari dell’anno (da ricordare lo “scorpione” che frutta il gol di Biava). A segno Bresciano, Biava, Corini e Amauri per i siciliani, mentre una tripletta di Bianchi illude i calabresi. Il Catania riesce a dettare legge in Sardegna grazie all’1 a 0 firmato Corona.
I tabellini.
Palermo-Reggina 4-3
Reti: Bresciano (P) 11' p.t., Biava (P) 17' p.t., Corini (P) 27' p.t. rig.,, Bianchi (R) 42' p.t., Bianchi (R) 10' s.t., Amauri (P) 22' s.t., Bianchi (R) 34' s.t. rig.
Palermo: Agliardi, Zaccardo, Biava, Barzagli (Cassani 37' s.t.), Pisano M., Diana, Corini, Simplicio (Parravicini 31' s.t.), Bresciano, Brienza (Capuano 16' s.t.), Amauri. All. Guidolin.
Reggina: Pelizzoli, Lanzaro, Lucarelli A., Aronica, Mesto (Giosa 44' p.t.), Missiroli (Amoruso 1' s.t., Carobbio 29' s.t.), Amerini, Tedesco Gia., Modesto, Leon, Bianchi.
Cagliari-Catania 0-1
Reti: Corona (Cat) 10' s.t.
Cagliari: Chimenti, Ferri, Lopez, Bianco (Bizera 39' s.t.), Del Grosso, Biondini (Conticchio 34' s.t.), Conti, Budel (Capone 5' p.t.), Esposito, Suazo, Pepe.
Catania: Pantanelli, Silvestri, Sottil, Stovini, Sardo, Biso, Baiocco, Falsini, Mascara, Spinesi (Colucci G. 26' s.t.), Corona (Rossini 39' s.t.). All. Marino.
Nella prima partita della stagione 2007/08 il Palermo scivola in casa contro la Roma per due a zero. Miccoli e Amauri hanno poca fortuna sotto porta e i giallorossi ne approfittano con Mexes e Alberto Aquilani, entrambi i gol siglati nel primo tempo. Il Catania invece, con Baldini in panchina riesce a guadagnarsi un punto nel campo del Parma. Il risultato finale è 2 a 2, a segno Morimoto e Baiocco per i rossazzurri, reti di Pisanu e Rossi per gli Emiliani. Da registrare anche la polemica tra Di Carlo e Baldini con tanto di... calcione nel di dietro da parte del secondo.
I tabellini: Palermo-Roma 0-2
Reti: Mexes(R) 4' p.t., Aquilani(R) 22' p.t.
Palermo: Fontana, Zaccardo, Barzagli, Rinaudo, Capuano, Jankovic (Bresciano 1' s.t.), Guana (Migliaccio 10' s.t.), Simplicio, Tedesco (Cavani 1' s.t.), Miccoli, Amauri. All: Colantuono.
Roma: Doni, Cassetti, Mexes, Panucci, Tonetto, De Rossi, Aquilani, Taddei, Giuly (Cicinho 33' s.t.), Vucinic (Brighi 24' s.t.), Totti (Alvarez 41' s.t.). All: Spalletti.
Parma-Catania 2-2
Reti: Morimoto(C) 12' p.t., Pisanu(P) 27' p.t., Rossi(P)43' p.t., Baiocco(C) 44' p.t.
Parma: Bucci, Falcone, Castellini, Zenoni, Rossi, Cigarini, Morrone, Parravicini (Tombesi 24' s.t.), Pisanu (Paponi 32' s.t.), Reginaldo, Budan (Morfeo 29' s.t.). All: Di Carlo.
Catania: Bizarri, Stovini, Vargas, Gazzola (Terlizzi 38' s.t.), Sottil, Tedesco, Izco (Nardini 13' s.t.), Baiocco, Mascara, Spinesi, Morimoto (Caserta 13' s.t.). All: Baldini.
Brutto esordio per i rosa di Colantuono nella stagione 2008/09. Impegnato sul campo dell’Udinese, il Palermo perde per 3 a 1. Una partita dominata dalla squadra friulana che archiviano la pratica con una doppietta di Totò Di Natale e una rete dello svizzero Inler. Per i siciliani in rete l’australiano Mark Bresciano. Il Catania di Walter Zenga fa bella figura davanti al suo pubblico battendo per uno a zero il più quotato Genoa di Milito. Il gol vittoria è stato siglato da Giuseppe Mascara.
I tabellini.
Udinese - Palermo 3–1
Udinese: Handanovic, Motta, Coda, Ferronetti, Lukovic, D’Agostino, Inler, Isla, Di Natale, Pepe, Quagliarella. All: Marino
Palermo: Amelia, Balzaretti, Bovo, Dellafiore, Bresciano, Liverani, Nocerino, Simplicio, Migliaccio, Cavani, Miccoli. All: Colantuono
Reti: Di Natale(U), Di Natale(U), Inler(U), Bresciano(P)
Catania – Genoa 1-0
Catania: Bizzarri, Silvestri, Silvestre, Stovini, Alvarez, Ledesma, Dica (60’ Tedesco), Biagianti, Martinez, Mascara (88’ Terlizzi), Paolucci. All: Zenga
Genoa: Rubinho, Ferrari, Criscito, Biava, Rossi, Vanden Borre (76’ Mesto), Juric, Modesto, Sculli (67’ Di Gennaro), Olivera, Gasbarroni (60’ Palladino). All: Gasperini
Reti: Mascara(C)
Nella stagione 2009/2010 ottimo esordio del Palermo che batte in casa il Napoli con un 2 a 1 firmato Cavani- Miccoli. Per i partenopei Hamsik accorcia le distanze. La stagione si chiuderà con il Palermo vicinissimo alla qualificazione Champions, sono solo due infatti i punti di svantaggio dalla Samp al termine del campionato. A differenza dei rosa il Catania di Atzori scivola in casa contro la Sampdoria di Del Neri. Le reti di Pazzini e Gastaldello assicurano i tre punti ai blucerchiati, Morimoto in rete per gli etnei.
I tabellini.
Palermo – Napoli 2-1
Reti: Cavani(P) 45’, Hamsik(N) 73’, Miccoli(P) 75’ Rig.
Palermo: Rubinho, Bovo, Kjear, Balzaretti, Cassani, Nocerino, Simplicio (61 Bertolo), Bresciano, Pastore (78’ Tedesco), Miccoli (84’ Budan), Cavani. All: Zenga
Napoli: De Sanctis, Cannavaro, Campagnaro, Contini, Bogliacino (82’ Cigarini), Gargano, Hamsik, Datolo (61’ Zuniga), Maggio (80’ Denis), Lavezzi, Quagliarella. All: Mazzarri
Catania – Sampdoria 1-2
Catania: Andujar, Augustyn, Silvestre, Capuano, Sardo (51’ Potenza), Carboni, Del Vecchio, Biagianti (87’ Izco), Mascara, Martinez, Morimoto (78’ Alvarez). All: Atzori
Sampdoria: Castellazzi, Rossi, Gastaldello, Zauri (86’ Bellucci), Stankevicius, Palombo, Tissone (85’ Sammarco), Semioli, Padalino (63’ Ziegler), Pazzini, Cassano. All: Del Neri.
Reti: Pazzini(S) 9’, Morimoto(C) 38’, Gastaldello(S) 90’
siciliainformazioni.com
Iniziamo la rassegna partendo dalla stagione 2006/07, anno della risalita degli etnei nella massima serie. Il Palermo ospita la Reggina, il Catania fa visita al Cagliari. I Rosa riescono ad imporsi per 4 a 3, durante una delle partite più spettacolari dell’anno (da ricordare lo “scorpione” che frutta il gol di Biava). A segno Bresciano, Biava, Corini e Amauri per i siciliani, mentre una tripletta di Bianchi illude i calabresi. Il Catania riesce a dettare legge in Sardegna grazie all’1 a 0 firmato Corona.
I tabellini.
Palermo-Reggina 4-3
Reti: Bresciano (P) 11' p.t., Biava (P) 17' p.t., Corini (P) 27' p.t. rig.,, Bianchi (R) 42' p.t., Bianchi (R) 10' s.t., Amauri (P) 22' s.t., Bianchi (R) 34' s.t. rig.
Palermo: Agliardi, Zaccardo, Biava, Barzagli (Cassani 37' s.t.), Pisano M., Diana, Corini, Simplicio (Parravicini 31' s.t.), Bresciano, Brienza (Capuano 16' s.t.), Amauri. All. Guidolin.
Reggina: Pelizzoli, Lanzaro, Lucarelli A., Aronica, Mesto (Giosa 44' p.t.), Missiroli (Amoruso 1' s.t., Carobbio 29' s.t.), Amerini, Tedesco Gia., Modesto, Leon, Bianchi.
Cagliari-Catania 0-1
Reti: Corona (Cat) 10' s.t.
Cagliari: Chimenti, Ferri, Lopez, Bianco (Bizera 39' s.t.), Del Grosso, Biondini (Conticchio 34' s.t.), Conti, Budel (Capone 5' p.t.), Esposito, Suazo, Pepe.
Catania: Pantanelli, Silvestri, Sottil, Stovini, Sardo, Biso, Baiocco, Falsini, Mascara, Spinesi (Colucci G. 26' s.t.), Corona (Rossini 39' s.t.). All. Marino.
Nella prima partita della stagione 2007/08 il Palermo scivola in casa contro la Roma per due a zero. Miccoli e Amauri hanno poca fortuna sotto porta e i giallorossi ne approfittano con Mexes e Alberto Aquilani, entrambi i gol siglati nel primo tempo. Il Catania invece, con Baldini in panchina riesce a guadagnarsi un punto nel campo del Parma. Il risultato finale è 2 a 2, a segno Morimoto e Baiocco per i rossazzurri, reti di Pisanu e Rossi per gli Emiliani. Da registrare anche la polemica tra Di Carlo e Baldini con tanto di... calcione nel di dietro da parte del secondo.
I tabellini: Palermo-Roma 0-2
Reti: Mexes(R) 4' p.t., Aquilani(R) 22' p.t.
Palermo: Fontana, Zaccardo, Barzagli, Rinaudo, Capuano, Jankovic (Bresciano 1' s.t.), Guana (Migliaccio 10' s.t.), Simplicio, Tedesco (Cavani 1' s.t.), Miccoli, Amauri. All: Colantuono.
Roma: Doni, Cassetti, Mexes, Panucci, Tonetto, De Rossi, Aquilani, Taddei, Giuly (Cicinho 33' s.t.), Vucinic (Brighi 24' s.t.), Totti (Alvarez 41' s.t.). All: Spalletti.
Parma-Catania 2-2
Reti: Morimoto(C) 12' p.t., Pisanu(P) 27' p.t., Rossi(P)43' p.t., Baiocco(C) 44' p.t.
Parma: Bucci, Falcone, Castellini, Zenoni, Rossi, Cigarini, Morrone, Parravicini (Tombesi 24' s.t.), Pisanu (Paponi 32' s.t.), Reginaldo, Budan (Morfeo 29' s.t.). All: Di Carlo.
Catania: Bizarri, Stovini, Vargas, Gazzola (Terlizzi 38' s.t.), Sottil, Tedesco, Izco (Nardini 13' s.t.), Baiocco, Mascara, Spinesi, Morimoto (Caserta 13' s.t.). All: Baldini.
Brutto esordio per i rosa di Colantuono nella stagione 2008/09. Impegnato sul campo dell’Udinese, il Palermo perde per 3 a 1. Una partita dominata dalla squadra friulana che archiviano la pratica con una doppietta di Totò Di Natale e una rete dello svizzero Inler. Per i siciliani in rete l’australiano Mark Bresciano. Il Catania di Walter Zenga fa bella figura davanti al suo pubblico battendo per uno a zero il più quotato Genoa di Milito. Il gol vittoria è stato siglato da Giuseppe Mascara.
I tabellini.
Udinese - Palermo 3–1
Udinese: Handanovic, Motta, Coda, Ferronetti, Lukovic, D’Agostino, Inler, Isla, Di Natale, Pepe, Quagliarella. All: Marino
Palermo: Amelia, Balzaretti, Bovo, Dellafiore, Bresciano, Liverani, Nocerino, Simplicio, Migliaccio, Cavani, Miccoli. All: Colantuono
Reti: Di Natale(U), Di Natale(U), Inler(U), Bresciano(P)
Catania – Genoa 1-0
Catania: Bizzarri, Silvestri, Silvestre, Stovini, Alvarez, Ledesma, Dica (60’ Tedesco), Biagianti, Martinez, Mascara (88’ Terlizzi), Paolucci. All: Zenga
Genoa: Rubinho, Ferrari, Criscito, Biava, Rossi, Vanden Borre (76’ Mesto), Juric, Modesto, Sculli (67’ Di Gennaro), Olivera, Gasbarroni (60’ Palladino). All: Gasperini
Reti: Mascara(C)
Nella stagione 2009/2010 ottimo esordio del Palermo che batte in casa il Napoli con un 2 a 1 firmato Cavani- Miccoli. Per i partenopei Hamsik accorcia le distanze. La stagione si chiuderà con il Palermo vicinissimo alla qualificazione Champions, sono solo due infatti i punti di svantaggio dalla Samp al termine del campionato. A differenza dei rosa il Catania di Atzori scivola in casa contro la Sampdoria di Del Neri. Le reti di Pazzini e Gastaldello assicurano i tre punti ai blucerchiati, Morimoto in rete per gli etnei.
I tabellini.
Palermo – Napoli 2-1
Reti: Cavani(P) 45’, Hamsik(N) 73’, Miccoli(P) 75’ Rig.
Palermo: Rubinho, Bovo, Kjear, Balzaretti, Cassani, Nocerino, Simplicio (61 Bertolo), Bresciano, Pastore (78’ Tedesco), Miccoli (84’ Budan), Cavani. All: Zenga
Napoli: De Sanctis, Cannavaro, Campagnaro, Contini, Bogliacino (82’ Cigarini), Gargano, Hamsik, Datolo (61’ Zuniga), Maggio (80’ Denis), Lavezzi, Quagliarella. All: Mazzarri
Catania – Sampdoria 1-2
Catania: Andujar, Augustyn, Silvestre, Capuano, Sardo (51’ Potenza), Carboni, Del Vecchio, Biagianti (87’ Izco), Mascara, Martinez, Morimoto (78’ Alvarez). All: Atzori
Sampdoria: Castellazzi, Rossi, Gastaldello, Zauri (86’ Bellucci), Stankevicius, Palombo, Tissone (85’ Sammarco), Semioli, Padalino (63’ Ziegler), Pazzini, Cassano. All: Del Neri.
Reti: Pazzini(S) 9’, Morimoto(C) 38’, Gastaldello(S) 90’
siciliainformazioni.com
Calciomercato Milan: Ibrahimovic sempre più vicino ai rossoneri
Lo svedese sempre più vicino a vestire la maglia rossonera, anche se la trattativa non é ancora conclusa. Il Milan ha offerto 40 milioni ed il Barcellona sta valutando seriamente l'offerta.
Come ogni estate gli ultimi giorni di calciomercato sono infuocati ed i botti che si stanno sentendo sono davvero rumorosi. Dopo che Quagliarella é stato venduto alla Juventus ci potrebbe essere un altro clamoroso colpo, Ibrahimovic al Milan.
Fino a un paio di settimana fa l’affare sembrava puro fantalcio, tant’é vero che anche Raiola aveva escluso un possibile arrivo di Ibrahimovic al Milan. Ma ormai é chiaro che nel calcio di oggi nessuno è incedibile. Inoltre Ibra non ha certo un rapporto idilliaco con Guardiola, che spesso lo ha fatto accomodare in panchina. E lo svedese certo non vuole vivere un’altra stagione da comprimario. Nel club rossonero sarebbe invece la prima stella.
calcio.fanpage.it
Come ogni estate gli ultimi giorni di calciomercato sono infuocati ed i botti che si stanno sentendo sono davvero rumorosi. Dopo che Quagliarella é stato venduto alla Juventus ci potrebbe essere un altro clamoroso colpo, Ibrahimovic al Milan.
Fino a un paio di settimana fa l’affare sembrava puro fantalcio, tant’é vero che anche Raiola aveva escluso un possibile arrivo di Ibrahimovic al Milan. Ma ormai é chiaro che nel calcio di oggi nessuno è incedibile. Inoltre Ibra non ha certo un rapporto idilliaco con Guardiola, che spesso lo ha fatto accomodare in panchina. E lo svedese certo non vuole vivere un’altra stagione da comprimario. Nel club rossonero sarebbe invece la prima stella.
calcio.fanpage.it
Platini presenta Collina: «Con lui gli arbitri europei miglioreranno»
MONTECARLO. Da ieri Pierluigi Collina è a capo del settore arbitrale dell’Uefa. Lo ha annunciato il presidente Michel Platini. Il compito di Collina sarà quello di «migliorare gli arbitri e quindi la qualità delle loro prestazioni, di designare i direttori di gara per le varie partite (il primo prescelto è stato lo svizzero Busacca per Inter-Atletico Madrid che stasera assegna la Supercoppa) e di fare da supervisore al progetto dei cinque arbitri».
Polemiche, assalti e oscuri presagi L’italcalcio ostaggio di tv e ultrà
Quelli che la tessera del tifoso... L’Italia, il Paese di 'quelli che'. Quelli che non la vogliono e te lo dicono bruciandoti l’automobile com’è successo ad Alzano con alcuni ultrà dell’Atalanta, niente di personale s’intende; e gettano bombe carta che certo non impari a fabbricarle ad educazione tecnologica e neanche con il 'piccolo chimico'. Quelli che non la vogliono, la tesseraccia, e ti spiegano, anzi ti ululano che è tutto un modo per schedare il povero tifoso e sottrargli libertà personale e negargli i diritti; ma poi non siamo riusciti a trovare nessuno capace di spiegare quale 'libertà' venga negata, e quale schedatura sarà mai, visto che è la stessa 'schedatura' che ti fanno al supermercato con la tessera punti... in realtà un modo comodo per studiare le abitudini di ogni singolo consumatore e, perbacco, la direzione marketing dell’iper sa perfino se ho la dentiera dall’adesivo che ho acquistato (in realtà per il nonno). Quelli che senza tessera seguiranno la squadra in trasferta, sabato e domenica sera, sapendo di concorrere a creare una situazione a rischio, con poliziotti schierati, e nervosi, a spese di tutti i contribuenti... a riprova che il calcio lo 'paga' anche a chi non lo vede.
E poi: quelli che la tessera l’hanno fatta seduti accanto a quelli che non l’hanno; come a Cesena, dove gli ultrà della Curva Mare non ne vogliono sapere ma il Centro coordinamento dei 33 club, per 4.000 tifosi, l’ha sottoscritta senza che la sua coscienza risultasse in alcun modo turbata. Quelli che... per la prima volta ultrà bresciani e bergamaschi remano nella stessa direzione, con il sospetto fondato che sia quella sbagliata. Quelli che a Milano non si capisce niente: 220mila tessere il Milan, praticamente ce l’ha anche chi è andato al Meazza una volta sola negli ultimi due anni; e 'appena' 50mila (pare) l’Inter.
Quelli che s’illudono di aver risolto il problema dei delinquenti che s’infilano in curva e di trasformare gli stadi in teatri: se gli stadi italiani fossero come quelli inglesi o tedeschi o i migliori spagnoli, probabilmente non ci sarebbe alcun bisogno della tessera. Il tifoso italiano paga cifre assurde per vedere la partita male, sotto la pioggia e con il rischio di prendersi un petardo sulla testa, petardo che non potrebbe entrare se tutti gli spettatori fossero davvero controllati. I nostri stadi, tranne rarissime eccezioni, sono brutti, sporchi, scomodi, decrepiti, ingenerano ansia e insicurezza, e ci pensi cento volte prima di portarci la famiglia...
e alla fine non ce la porti.
Ed infine: quelli che per anni hanno lasciato mano libera agli ultrà, per convenienza o paura, e adesso sbattono loro la porta in faccia; i padroni del calcio prigionieri delle televisioni senza i cui soldi farebbero bancarotta. Quelli che se gli abbonati allo stadio calano del 20 per cento e gli abbonati alla pay-tv crescono del 20 per cento è una pura coincidenza.
Quelli che comunque il calcio è il gioco più bello del mondo e tutto digerisce: il biglietto nominale, i tornelli, i daspo, i morti, gli accoltellati, gli assalti alle caserme e i 'puncicati' romani, i portoghesi napoletani, calciopoli, le scommesse clandestine, lo smantellamento dei settori giovanili, le fidanzate dei calciatori strapagati e con la puzzetta al naso, i telecronisti logorroici nevrotici innamorati di sé, i cronisti e i loro processoni... diamine, digeriremo anche la tessera del tifoso, forse una delle iniziative più opportune e intelligenti, ma pensata per un calcio che ancora non c’è; e che, in un contesto insensato, rischia di risultare superflua, come argenteria alla mensa dei poveri.
Una misura opportuna in un contesto inadeguato: stadi fatiscenti, strapotere delle tv e impotenza delle società mentre gli spettatori abbandonano gli spalti per sedersi in poltrona
UMBERTO FOLENA - avvenire 27 agosto 2010
E poi: quelli che la tessera l’hanno fatta seduti accanto a quelli che non l’hanno; come a Cesena, dove gli ultrà della Curva Mare non ne vogliono sapere ma il Centro coordinamento dei 33 club, per 4.000 tifosi, l’ha sottoscritta senza che la sua coscienza risultasse in alcun modo turbata. Quelli che... per la prima volta ultrà bresciani e bergamaschi remano nella stessa direzione, con il sospetto fondato che sia quella sbagliata. Quelli che a Milano non si capisce niente: 220mila tessere il Milan, praticamente ce l’ha anche chi è andato al Meazza una volta sola negli ultimi due anni; e 'appena' 50mila (pare) l’Inter.
Quelli che s’illudono di aver risolto il problema dei delinquenti che s’infilano in curva e di trasformare gli stadi in teatri: se gli stadi italiani fossero come quelli inglesi o tedeschi o i migliori spagnoli, probabilmente non ci sarebbe alcun bisogno della tessera. Il tifoso italiano paga cifre assurde per vedere la partita male, sotto la pioggia e con il rischio di prendersi un petardo sulla testa, petardo che non potrebbe entrare se tutti gli spettatori fossero davvero controllati. I nostri stadi, tranne rarissime eccezioni, sono brutti, sporchi, scomodi, decrepiti, ingenerano ansia e insicurezza, e ci pensi cento volte prima di portarci la famiglia...
e alla fine non ce la porti.
Ed infine: quelli che per anni hanno lasciato mano libera agli ultrà, per convenienza o paura, e adesso sbattono loro la porta in faccia; i padroni del calcio prigionieri delle televisioni senza i cui soldi farebbero bancarotta. Quelli che se gli abbonati allo stadio calano del 20 per cento e gli abbonati alla pay-tv crescono del 20 per cento è una pura coincidenza.
Quelli che comunque il calcio è il gioco più bello del mondo e tutto digerisce: il biglietto nominale, i tornelli, i daspo, i morti, gli accoltellati, gli assalti alle caserme e i 'puncicati' romani, i portoghesi napoletani, calciopoli, le scommesse clandestine, lo smantellamento dei settori giovanili, le fidanzate dei calciatori strapagati e con la puzzetta al naso, i telecronisti logorroici nevrotici innamorati di sé, i cronisti e i loro processoni... diamine, digeriremo anche la tessera del tifoso, forse una delle iniziative più opportune e intelligenti, ma pensata per un calcio che ancora non c’è; e che, in un contesto insensato, rischia di risultare superflua, come argenteria alla mensa dei poveri.
Una misura opportuna in un contesto inadeguato: stadi fatiscenti, strapotere delle tv e impotenza delle società mentre gli spettatori abbandonano gli spalti per sedersi in poltrona
UMBERTO FOLENA - avvenire 27 agosto 2010
Champions/ Sorteggio: Roma con Bayern, Basilea e Cluj
Saranno i tedeschi del Bayern Monaco, gli svizzeri del Basilea e i romeni del Cluj gli avversari della Roma nella fase a gironi della Champions League. Al sorteggio, tenuto questa sera a Montecarlo, i giallorossi sono finiti nel Gruppo E assieme ai campioni di Germania e vicecampioni d'Europa, ai campioni di Svizzera e ai campioni di Romania. (apcom)
Champions/ Sorteggio: Milan con Real, Ajax e Auxerre
Saranno gli spagnoli del Real Madrid, gli olandesi dell'Ajax e i francesi dell'Auxerre gli avversari del Milan nella fase a gironi della Champions League. Al sorteggio, tenuto questa sera a Montecarlo, i rossoneri sono finiti nel Gruppo G assieme alla squadra allenata da Jose Mourinho, alla seconda classificata dell'ultimo campionato olandese e alla terza classificata dell'ultimo campionato francese. (apcom)
Champions/ Inter sfortunata, Mourinho per il Milan, Roma col Bayern
Roma, 26 agosto. (Apcom) - Girone duro per l'Inter campione d'Italia e d'Europa, Jose Mourinho per il Milan, i vicecampioni del Bayern per la Roma. E' l'esito del sorteggio tenuto oggi a Montecarlo per la composizione degli otto gironi della prima fase di Champions League. I nerazzurri sono finiti nel Gruppo A assieme ai tedeschi del Werder Brema, la squadra che ha appena eliminato la Sampdoria nel playoff, agli inglesi del Tottenham, qualificati per la prima volta al tabellone principale, e ai campioni d'Olanda del Twente. L'accoppiamento più affascinante riguarda però ovviamente il Milan: oltre alla grande sfida con gli storici rivali del Real Madrid, il confronto del Gruppo G permetterà a Jose Mourinho di tornare ad avere a che fare per almeno due volte con i suoi ex cugini rossoneri e ai suoi ex "amici" italiani, abbandonati alla fine della scorsa stagione, dopo avere consegnato la sua Inter alla storia con la tripletta campionato-Champions-Coppa Italia. Infine girone non proibitivo per la Roma, finita nel Gruppo E con i campioni di Germania e vicecampioni d'Europa del Bayern Monaco, con i campioni di Svizzera del Basilea e con i campioni di Romania del Cluj. Negli altri gironi, spicca l'imbarazzante fortuna toccata al Barcellona, finito nel Grupo D con Panathinaikos, Copenhagen e Rubin Kazan, mentre dovrà sudarsela il Manchester United nel Gruppo C con Valencia, Rangers Glasgow e i turchi del Bursarspor. Nel Gruppo B giocheranno poi Lione, Benfica, Schalke e Hapoel Tel-Aviv, nel Gruppo F sono finite Chelsea, Marsiglia, Spartak Mosca e Zilina, nel Gruppo H ci sono Arsenal, Shakhtar, Braga e Partizan Belgrado. Agli ottavi di finale (andata 15-16 febbraio e ritorno 23-24 febbraio) si qualificheranno le prime due di ogni girone. I quarti di finale sono in programma il 5-6 aprile e 12-13 aprile, le semifinali il 26-27 aprile e 3-4 maggio, la finale si giocherà il 28 maggio a Wembley (Londra).
Champions/Barca e Real davanti, salgono le quote delle italiane
Roma, 26 ago. (Apcom) - La Champions League 2010/2011 parla spagnolo secondo i bookmaker esteri: dopo i sorteggi dei gironi Barcellona e Real comandano in quota e si giocano vincenti rispettivamente a 4,00 e 5,50. Terza piazza del podio per il Chelsea, che pagherebbe sette contro uno. Piccolo passo indietro per i campioni dell'Inter, che passano da 13,00 a 15,00, molto più consistente la variazione di quota sul Milan, che sale da 26,00 a 34,00, visto il sorteggio poco felice (assieme a Real Madrid e Ajax). Identico il destino della Roma, che ha pescato il Bayern Monaco nell'urna ed è passata da 34,00 a 50,00. (Agipronews)
Calcio/ Roma: Adriano si infortuna, un mese di stop
Lesione di secondo grado al quadricipite della coscia destra e un mese di stop per Adriano, attaccante brasiliano della Roma. Il giocatore è stato sottoposto questa mattina agli esami resi necessari dopo il problema accusato ieri in allenamento. Adriano sarà così costretto a saltare le prime due giornate del campionato di Serie A (Roma-Cesena e Cagliari-Roma) e le prime due (14-15 e 28-29 settembre) del girone di Champions League (il sorteggio stasera a Montecarlo). (apcom 26 agosto 2010)
Calcio/ Supercoppa, Benitez: L'Inter scordi quello che già vinto
In vista della sfida di domani sera contro l'Atletico Madrid, con la sua Inter alla caccia della Supercoppa europea, Rafael Benitez ricorda che in una partita del genere "non contano i titoli che hai già vinto", ma solo "quello che devi conquistare". L'allenatore spagnolo è infatti convinto che i campioni d'Italia e d'Europa non si sentiranno la vittoria già in tasca. "E' una partita importante e difficile, loro sono una squadra d'esperienza, ma vogliamo vincere e pensiamo di poterlo fare", ha detto oggi Benitez in conferenza stampa. "Loro hanno in attacco Aguero e Forlan, giocatori di qualità e di massimo livello, un problema per tutti i difensori. Forlan è molto intelligente, proverà a giocare fra le linee, noi cercheremo di fermarlo. Questa partita rappresenta una responsabilità e una sfida per tutti noi, allenatore e giocatori, è un trofeo che l'Inter non ha mai vinto". L'Atletico, di cui suo papà "era tifoso", è secondo Benitez "una squadra con grande qualità". E a chi gli ricorda della battuta di Jose Mourinho, "per Benitez allenare l'Inter è un sogno, non deve faticare quanto ho faticato io", lo spagnolo replica: "Intanto siamo qui per il lavoro fatto dalla società e dai giocatori, poi dobbiamo pensare a vincere, poi potremo parlare di paradiso". Nessuna distrazione, è certo Benitez, arriverà dal sorteggio dei gironi di Champions League, in programma questa sera. "Non ho la possibilità di influenzare quell'evento, preferisco concentrarmi sulla partita di domani", ha detto l'allenatore dell'Inter. (apcom 26 agosto 2010)
Calcio/ Zanetti: Ibra al Milan? All'Inter non fa nessun effetto
Roma, 26 ago. (Apcom) - Il possibile passaggio di Zlatan Ibrahimovic al Milan "non fa nessun effetto" al capitano Javier Zanetti e alla sua Inter. "Nel calcio di oggi noi giocatori siamo chiamati a prendere delle decisioni personali che vanno accettate", ha detto Zanetti. "Noi che siamo qui dobbiamo pensare solo all'Inter e a fare bene come abbiamo fatto fino ad ora". Il Milan come noto sta cercando di acquistare l'attaccante svedese dal Barcellona.
Torino: Bernacci lascia, motivi personali
Il centravanti del Torino Marco Bernacci lascia la squadra e il calcio giocato, sia pure temporaneamente, per 'motivi personali'. Lo scrive la societa' granata sul proprio sito. La voce piu' ricorrente e' quella di un motivo di salute, ovviamente coperto da privacy. Il giocatore era appena arrivato a coprire l'assenza temporanea di Rolando Bianchi infortunato. La societa' granata, colta di sorpresa, sta valutando gli aspetti umani e legali della questione. (ansa)
Protesta ultrà Atalanta, feriti agenti
Alcuni agenti sono rimasti feriti nel corso della protesta degli ultra' atalantini alla Festa della Lega Nord di Alzano Lombardo. Gli agenti sono stati fatti oggetto del lancio di bottiglie e altri oggetti mentre erano impegnati a tenere lontano il gruppo di ultras, quantificati in alcune centinaia, dall'area della festa. Quando sono partiti i petardi stava parlando il Ministro Maroni, poi il dibattito e' stato interrotto. Almeno cinque ultras sarebbero stati fermati. (ansa)
Calcio: Il vecchio abbonato in estinzione
Preoccupa il calo dei tifosi fidelizzati: meno 20% degli abbonamenti Reggono Inter e Genoa, ma il vuoto è causato dall’overdose da pay-tv
DI LUCA MAZZA - avvenire
L ’attesa è finita e sabato la serie A 2010-2011 prenderà il via. In crisi d’astinenza da partite ufficiali, e pronto a fare un sol boccone del campionato- spezzatino che la Lega-Calcio gli ha incautamente imposto, il tifoso si è trovato quest’estate a dover scegliere tra due diversi “menu” in vista della stagione calcistica. Il primo prevede una comoda visione dal divano di casa, telecomando alla mano, abbonamento alla pay-tv e telecamere in grado di cogliere ogni piccolo particolare. Non sfuggirà nulla: dal replay con la prodezza del campione, alla moviola con il millimetrico fuorigioco non visto dall’assistente dell’arbitro.
Il secondo “menu” ha per antipasto la difficoltà di trovare parcheggio nei pressi dello stadio, prosegue con la scomodità dei seggiolini sui quali si è costretti a vedere la partita e termina con un po’ di traffico per tornare a casa alla fine del match. Risultato? La seconda opzione è stata scelta davvero da pochi tifosi e gli abbonamenti allo stadio hanno subito un calo complessivo del 20%.
Il Milan, protagonista di una campagna acquisti volta finora al risparmio e ravvivata solo poche ore fa dalla trattativa per Ibrahimovic, a meno di una settimana dalla chiusura ha registrato la sottoscrizione di circa 20mila tessere. Poche, a fronte delle 27.885 della scorsa stagione. Attorno ai 18mila abbonamenti si è fermata la Roma (lo scorso anno erano 24.454) con seggiolini vuoti perfino nella calda Curva Sud.
Calo vistoso anche per la Juventus, dove il nuovo corso Agnelli-Marotta-Del Neri non convince pienamente i tifosi bianconeri. Sono solo 12mila, infatti, coloro che hanno prenotato il loro posto fisso all’Olimpico di Torino (dodici mesi fa erano 19mila). Unica eccezione tra le “big” è l’Inter. Freschi di triplete, orfani di Mourinho e con una Supercoppa italiana già in bacheca, i nerazzurri, con oltre 36mila sottoscrizioni, sono vicini al record di 40mila abbonamenti della passata stagione.
Per carità, la colpa gli spalti semivuoti non è da attribuire esclusivamente alle pay-tv. C’è da considerare la crisi economica, la delusione post-Sudafrica, le campagne acquisti poco esaltanti e, soprattutto, l’avversione degli ultrà alla tessera del tifoso. Quest’ultimo fattore sembra essere quello determinante per spiegare il caso della Lazio. La parte organizzata del tifo biancoceleste, quella della Curva Nord, oltre ad essere in continua contestazione nei confronti del presidente Lotito ha deciso di boicottare la campagna abbonamenti proprio per la tessera del tifoso. Da 27.584 abbonati si è precipitati così a poco più di 7.000.
In difficoltà anche la Fiorentina, passata da più di 20mila abbonamenti agli attuali 13mila, e il Parma, sceso da 13mila a 7mila . Il Napoli ha deciso di cominciare aprire la sottoscrizione delle tessere solo ai primi di agosto: l’inizio è incoraggiante (quasi 10.000 posti già prenotati al San Paolo) ma bisognerà vedere se il trend positivo continuerà fino alla chiusura, fissata per il 12 settembre. Resistono invece Genoa, Samp, Bari e Palermo, che confermano più o meno il numero delle tessere della passata stagione. Il Cesena, invece, è un’isola felice. Con l’entusiasmo dei tifosi per la promozione nella massima serie si è raggiunto il record di sempre: 8.300 abbonamenti. Per i tifosi romagnoli, non c’è divano che tenga. Quest’avventura in serie A vogliono godersela dal vivo.
DI LUCA MAZZA - avvenire
L ’attesa è finita e sabato la serie A 2010-2011 prenderà il via. In crisi d’astinenza da partite ufficiali, e pronto a fare un sol boccone del campionato- spezzatino che la Lega-Calcio gli ha incautamente imposto, il tifoso si è trovato quest’estate a dover scegliere tra due diversi “menu” in vista della stagione calcistica. Il primo prevede una comoda visione dal divano di casa, telecomando alla mano, abbonamento alla pay-tv e telecamere in grado di cogliere ogni piccolo particolare. Non sfuggirà nulla: dal replay con la prodezza del campione, alla moviola con il millimetrico fuorigioco non visto dall’assistente dell’arbitro.
Il secondo “menu” ha per antipasto la difficoltà di trovare parcheggio nei pressi dello stadio, prosegue con la scomodità dei seggiolini sui quali si è costretti a vedere la partita e termina con un po’ di traffico per tornare a casa alla fine del match. Risultato? La seconda opzione è stata scelta davvero da pochi tifosi e gli abbonamenti allo stadio hanno subito un calo complessivo del 20%.
Il Milan, protagonista di una campagna acquisti volta finora al risparmio e ravvivata solo poche ore fa dalla trattativa per Ibrahimovic, a meno di una settimana dalla chiusura ha registrato la sottoscrizione di circa 20mila tessere. Poche, a fronte delle 27.885 della scorsa stagione. Attorno ai 18mila abbonamenti si è fermata la Roma (lo scorso anno erano 24.454) con seggiolini vuoti perfino nella calda Curva Sud.
Calo vistoso anche per la Juventus, dove il nuovo corso Agnelli-Marotta-Del Neri non convince pienamente i tifosi bianconeri. Sono solo 12mila, infatti, coloro che hanno prenotato il loro posto fisso all’Olimpico di Torino (dodici mesi fa erano 19mila). Unica eccezione tra le “big” è l’Inter. Freschi di triplete, orfani di Mourinho e con una Supercoppa italiana già in bacheca, i nerazzurri, con oltre 36mila sottoscrizioni, sono vicini al record di 40mila abbonamenti della passata stagione.
Per carità, la colpa gli spalti semivuoti non è da attribuire esclusivamente alle pay-tv. C’è da considerare la crisi economica, la delusione post-Sudafrica, le campagne acquisti poco esaltanti e, soprattutto, l’avversione degli ultrà alla tessera del tifoso. Quest’ultimo fattore sembra essere quello determinante per spiegare il caso della Lazio. La parte organizzata del tifo biancoceleste, quella della Curva Nord, oltre ad essere in continua contestazione nei confronti del presidente Lotito ha deciso di boicottare la campagna abbonamenti proprio per la tessera del tifoso. Da 27.584 abbonati si è precipitati così a poco più di 7.000.
In difficoltà anche la Fiorentina, passata da più di 20mila abbonamenti agli attuali 13mila, e il Parma, sceso da 13mila a 7mila . Il Napoli ha deciso di cominciare aprire la sottoscrizione delle tessere solo ai primi di agosto: l’inizio è incoraggiante (quasi 10.000 posti già prenotati al San Paolo) ma bisognerà vedere se il trend positivo continuerà fino alla chiusura, fissata per il 12 settembre. Resistono invece Genoa, Samp, Bari e Palermo, che confermano più o meno il numero delle tessere della passata stagione. Il Cesena, invece, è un’isola felice. Con l’entusiasmo dei tifosi per la promozione nella massima serie si è raggiunto il record di sempre: 8.300 abbonamenti. Per i tifosi romagnoli, non c’è divano che tenga. Quest’avventura in serie A vogliono godersela dal vivo.
Lo stadio apre l’era della tessera: ARGENTINA E BRASILE CI PROVANO DA ANNI E LA THATCHER FU BLOCCATA PER LA PRIVACY
DI IVO ROMANO
Il calcio italiano da sabato entra nella nuova era della Tessera del tifoso. Una piccola card che come sempre divide la nostra Repubblica del pallone. A Napoli, ci sono gruppi di ultrà dissidenti che via Internet non trovano di meglio che consigliare «come si falsifica» la famigerata tessera. Incidenti di percorso in un iter che soddisfa il suo principale promotore, il ministro dell’Interno Roberto Maroni. «Dopo molte resistenze e qualche mugugno, le società hanno mantenuto gli impegni che avevano assunto. Non tutto è stato realizzato in modo omogeneo, ma quanto doveva esser fatto o almeno avviato è avvenuto. Ci saranno anche altre misure perchè bisogna tener distinti i tifosi veri dagli ultras violenti che si oppongono ad ogni forma di controllo e sicurezza», sottolinea il ministro Maroni, raggiante per il raggiungimento di quota 521.540 tessere del tifoso tra i club di Serie A e B.
E allora andiamo a verificare qual è la novità che fa pensare a un calcio italiano anno zero. La tessera del tifoso, promette di ripulire gli stadi da ogni forma di violenza. Che sia la panacea di tutti i mali lo dirà solo il tempo. Un dato, per ora, è certo: cambierà le abitudini dei calciofili. La tessera della rivoluzione. Più o meno come con una carta di credito o un bancomat, sia per forma che per dimensioni. E, soprattutto, obbligatoria per chi voglia seguire la squadra del cuore in trasferta, almeno nel settore ospiti (altrimenti si può sempre acquistare un biglietto per altri settori, sempre che siano in vendita). Variabile il costo: si aggira tra i 10 e i 15 euro, ma in seguito c’è chi è pronto a distribuirla gratuitamente, insieme all’abbonamento (potrebbe anche sostituirlo: in più dell’abbonamento ci sarà anche la foto personale), sempre che il richiedente abbia i requisiti previsti dalla legge. Perché è vero che viene rilasciata dalle singole società (cui il richiedente dovrà comunicare tutti i dati personali), ma non prima del via libera da parte della Questura, cui spetta il diritto di veto: non potrà averla chi sia stato sottoposto a provvedimento di Daspo (che vieta ai soggetti pericolosi l’accesso ai luoghi in cui si svolgano manifestazioni sportive) e a chi abbia subito condanne per reati da stadio negli ultimi 5 anni.
La tessera del tifoso non è indispensabile per seguire le partite casalinghe della squadra del cuore: qualunque non abbonato potrà acquistare il biglietto nominativo. Ma il possessore avrà la possibilità di acquistare fino a 4 biglietti per amici che vuol portare con sé allo stadio: sarà comunque necessario esibire i documenti d’identità delle persone interessate. La card diventa, invece, fondamentale per le gare in trasferta: in questo caso garantirà il biglietto per il settore ospiti, cui altrimenti non si potrà accedere in alcun modo. La tessera, inoltre, permetterà l’accesso agli stadi anche in occasione di partite soggette a restrizioni (che, d’ora in poi, dovrebbero diminuire). Se dubbi e proteste non mancano, i club si sono comunque messi in regola. Tutti d’accordo, a quanto pare: dalla Lega di A («la tessera del tifoso è progetto condiviso da società e ministero, è un passaporto universale per gli stadi, che va a vantaggio dei tifosi», secondo il presidente Beretta) fino alla Lega Pro («un’iniziativa lodevole, che non potevamo non appoggiare, anzi lo abbiamo fatto con grande entusiasmo», per il presidente Macalli). Il progetto è partito, dove in tempo utile, dove in colpevole ritardo. Ma i problemi restano. La reazione degli ultrà, innanzitutto. E la volontà di disertare la campagna abbonamenti. Chi più, chi meno registra una contrazione negli abbonamenti venduti: proiezioni azzardano un decremento tra il 15 e il 20 per cento, un ulteriore colpo alle già scarse presenze negli stadi. E poi si aspettano notizie dall’Osservatorio del Viminale: con l’avven- to della Tessera del tifoso cosa accade alle restrizioni per alcune trasferte? Ci sarà ancora un elenco di partite ad alto rischio? Saranno confermate alcune vecchie limitazioni? Domande legittime, in attesa di risposte certe.
E poi c’è chi dietro ci vede dell’altro. Un’operazione commerciale, ad esempio. La fidelizzazione del tifoso, la lotta alla violenza. Ma pure altro. La tessera è una sorta di carta di credito ricaricabile (con tanto di codice Iban impresso), ma senza obbligo di conto corrente bancario, con costi di gestione variabili, a seconda dell’uso che ne si fa. E chi più spende maggiori benefici ottiene. Un vorticoso giro di quattrini (difficile da quantificare per ora) dalle tasche dei tifosi alle casse dei club, secondo una logica deleteria: chi più spende più è tifoso. Lo si capirà. Lampante la direzione del movimento di danaro: dalle tasche dei tifosi alle casse della società.
Nulla di paragonabile alla tessera del tifoso, fuori dai confini italiani.
Una prima assoluta, la novità voluta dal Viminale. Qualcuno ci ha provato, altrove. Ma senza riscuotere consensi. Altri ci stanno provano ancora, ma con un iter che avanza col freno a mano tirato. È il caso dell’Argentina, dove il problema della violenza a margine del calcio è all’ordine del giorno: il progetto è datato 2007, affidato all’Universidad Tecnologica General (che ha studiato una speciale carta magnetica), ma ha oltre 3 anni dal varo non è ancora entrato in vigore. Restando in America Latina, qualcosa del genere era stato studiato anni addietro anche in Brasile, ma l’idea andò incontro al semaforo rosso proprio quando sembrava in dirittura d’arrivo. In altri paesi dove il fenomeno della violenza negli stadi è particolarmente sentito ci hanno pensato, ma senza mai giungere all’adozione di un sistema simile alla nostra tessera del tifoso: solo in Olanda si sta provando a studiare qualcosa di analogo, ma si è ancora agli inizi. In Inghilterra, ai tempi della dura lotta contro la piaga degli hooligans, ci provò il primo ministro Margaret Thatcher, la lady di ferro, che però si scontrò contro l’insormontabile necessità di difendere la privacy. Perciò anche nella Premier si va avanti con un semplice abbonamento nominale, ben lontano dalla nostra tessera
avvenire 25 agosto 2010
Il calcio italiano da sabato entra nella nuova era della Tessera del tifoso. Una piccola card che come sempre divide la nostra Repubblica del pallone. A Napoli, ci sono gruppi di ultrà dissidenti che via Internet non trovano di meglio che consigliare «come si falsifica» la famigerata tessera. Incidenti di percorso in un iter che soddisfa il suo principale promotore, il ministro dell’Interno Roberto Maroni. «Dopo molte resistenze e qualche mugugno, le società hanno mantenuto gli impegni che avevano assunto. Non tutto è stato realizzato in modo omogeneo, ma quanto doveva esser fatto o almeno avviato è avvenuto. Ci saranno anche altre misure perchè bisogna tener distinti i tifosi veri dagli ultras violenti che si oppongono ad ogni forma di controllo e sicurezza», sottolinea il ministro Maroni, raggiante per il raggiungimento di quota 521.540 tessere del tifoso tra i club di Serie A e B.
E allora andiamo a verificare qual è la novità che fa pensare a un calcio italiano anno zero. La tessera del tifoso, promette di ripulire gli stadi da ogni forma di violenza. Che sia la panacea di tutti i mali lo dirà solo il tempo. Un dato, per ora, è certo: cambierà le abitudini dei calciofili. La tessera della rivoluzione. Più o meno come con una carta di credito o un bancomat, sia per forma che per dimensioni. E, soprattutto, obbligatoria per chi voglia seguire la squadra del cuore in trasferta, almeno nel settore ospiti (altrimenti si può sempre acquistare un biglietto per altri settori, sempre che siano in vendita). Variabile il costo: si aggira tra i 10 e i 15 euro, ma in seguito c’è chi è pronto a distribuirla gratuitamente, insieme all’abbonamento (potrebbe anche sostituirlo: in più dell’abbonamento ci sarà anche la foto personale), sempre che il richiedente abbia i requisiti previsti dalla legge. Perché è vero che viene rilasciata dalle singole società (cui il richiedente dovrà comunicare tutti i dati personali), ma non prima del via libera da parte della Questura, cui spetta il diritto di veto: non potrà averla chi sia stato sottoposto a provvedimento di Daspo (che vieta ai soggetti pericolosi l’accesso ai luoghi in cui si svolgano manifestazioni sportive) e a chi abbia subito condanne per reati da stadio negli ultimi 5 anni.
La tessera del tifoso non è indispensabile per seguire le partite casalinghe della squadra del cuore: qualunque non abbonato potrà acquistare il biglietto nominativo. Ma il possessore avrà la possibilità di acquistare fino a 4 biglietti per amici che vuol portare con sé allo stadio: sarà comunque necessario esibire i documenti d’identità delle persone interessate. La card diventa, invece, fondamentale per le gare in trasferta: in questo caso garantirà il biglietto per il settore ospiti, cui altrimenti non si potrà accedere in alcun modo. La tessera, inoltre, permetterà l’accesso agli stadi anche in occasione di partite soggette a restrizioni (che, d’ora in poi, dovrebbero diminuire). Se dubbi e proteste non mancano, i club si sono comunque messi in regola. Tutti d’accordo, a quanto pare: dalla Lega di A («la tessera del tifoso è progetto condiviso da società e ministero, è un passaporto universale per gli stadi, che va a vantaggio dei tifosi», secondo il presidente Beretta) fino alla Lega Pro («un’iniziativa lodevole, che non potevamo non appoggiare, anzi lo abbiamo fatto con grande entusiasmo», per il presidente Macalli). Il progetto è partito, dove in tempo utile, dove in colpevole ritardo. Ma i problemi restano. La reazione degli ultrà, innanzitutto. E la volontà di disertare la campagna abbonamenti. Chi più, chi meno registra una contrazione negli abbonamenti venduti: proiezioni azzardano un decremento tra il 15 e il 20 per cento, un ulteriore colpo alle già scarse presenze negli stadi. E poi si aspettano notizie dall’Osservatorio del Viminale: con l’avven- to della Tessera del tifoso cosa accade alle restrizioni per alcune trasferte? Ci sarà ancora un elenco di partite ad alto rischio? Saranno confermate alcune vecchie limitazioni? Domande legittime, in attesa di risposte certe.
E poi c’è chi dietro ci vede dell’altro. Un’operazione commerciale, ad esempio. La fidelizzazione del tifoso, la lotta alla violenza. Ma pure altro. La tessera è una sorta di carta di credito ricaricabile (con tanto di codice Iban impresso), ma senza obbligo di conto corrente bancario, con costi di gestione variabili, a seconda dell’uso che ne si fa. E chi più spende maggiori benefici ottiene. Un vorticoso giro di quattrini (difficile da quantificare per ora) dalle tasche dei tifosi alle casse dei club, secondo una logica deleteria: chi più spende più è tifoso. Lo si capirà. Lampante la direzione del movimento di danaro: dalle tasche dei tifosi alle casse della società.
Nulla di paragonabile alla tessera del tifoso, fuori dai confini italiani.
Una prima assoluta, la novità voluta dal Viminale. Qualcuno ci ha provato, altrove. Ma senza riscuotere consensi. Altri ci stanno provano ancora, ma con un iter che avanza col freno a mano tirato. È il caso dell’Argentina, dove il problema della violenza a margine del calcio è all’ordine del giorno: il progetto è datato 2007, affidato all’Universidad Tecnologica General (che ha studiato una speciale carta magnetica), ma ha oltre 3 anni dal varo non è ancora entrato in vigore. Restando in America Latina, qualcosa del genere era stato studiato anni addietro anche in Brasile, ma l’idea andò incontro al semaforo rosso proprio quando sembrava in dirittura d’arrivo. In altri paesi dove il fenomeno della violenza negli stadi è particolarmente sentito ci hanno pensato, ma senza mai giungere all’adozione di un sistema simile alla nostra tessera del tifoso: solo in Olanda si sta provando a studiare qualcosa di analogo, ma si è ancora agli inizi. In Inghilterra, ai tempi della dura lotta contro la piaga degli hooligans, ci provò il primo ministro Margaret Thatcher, la lady di ferro, che però si scontrò contro l’insormontabile necessità di difendere la privacy. Perciò anche nella Premier si va avanti con un semplice abbonamento nominale, ben lontano dalla nostra tessera
avvenire 25 agosto 2010
Tessera del tifoso: Scendono in campo i tifosi del «no» Ma a Firenze e Milano è un boom gli ultras
In quasi tutte le curve a tre giorni dal via del campionato serpeggia la protesta Fiorentini e milanisti in controtendenza: “Cuore rossonero” ha 220mila tesserati
DI MARCO BIROLINI - avvenire
La battaglia degli ultras di mezza Italia (se non tutta) contro la tessera del tifoso va avanti da più di un mese, cioè da quando è stato chiaro che il ministro Maroni non avrebbe fatto marcia indietro. Subito sono partiti proteste, cori, volantini e appelli. La Curva della Lazio si è sciolta per ripicca, quelli della Roma hanno invitato tutti a non abbonarsi. Praticamente ogni gruppo organizzato ha lanciato il suo piccolo boicottaggio. Le società si sono piegate al volere del governo, senza però mancare di far sapere al popolo curvaiolo che loro, se avessero potuto, della tessera ne avrebbero fatto volentieri a meno. Qualcuno si è addirittura inventato il diritto di prelazione per chi non rinnoverà il vecchio abbonamento. Guai a inimicarsi gli ultras, nel calcio italiano sono sempre loro a dettar legge.
Stavolta, però, c’è un segnale nuovo. In molte piazze i tifosi non violenti, quelli senza Daspo e condanne sul groppone, hanno lasciato cadere nel vuoto la chiamata alla resistenza da curva. A Napoli si fa la fila in posta per sottoscrivere l’Azzurro card, a Firenze le tessere “Orgoglio viola” sono andate a ruba: già ventimila pezzi venduti. Paradossalmente, molti di più degli abbonamenti, fermi secondo stime ufficiose a quota diecimila. Segno che la tanto vituperata tessera, lungi dall’essere un bieco strumento di schedatura, può davvero rafforzare il legame con la squadra del cuore e trasformarsi in una sorta di telepass del tifoso.
Ben 220 mila sono le carte Cuorerossonero vendute dal Milan, che già due stagioni fa intraprese l’iniziativa resa obbligatoria da quest’anno dal Viminale per contrastare la violenza negli stadi.
A Bergamo è successa una cosa strana: una valanga di abbonamenti in più rispetto all’anno scorso. Quindicimila tessere bruciate in un mese, nonostante gli ultras avessero annunciato lo sciopero dell’abbonamento e incitato tutti a fare altrettanto. Il nuovo presidente Antonio Percassi ha ripetuto che abbonarsi era un obbligo per sostenere l’Atalanta nella corsa all’immediato ritorno in A. La gente ha dato retta a lui: anche le vendite in curva vanno a gonfie vele.
Il muro anti tessera mostra insomma ampie crepe, nonostante il vertice tra ultras di fine luglio in Sicilia: si è convenuto solo sulla condanna degli interisti, che già dall’anno scorso hanno sottoscritto 80 mila tessere. Ma anche i milanisti hanno aderito in massa, rompendo il fronte del no. Vero, gli abbonamenti sono in calo quasi ovunque, ma più per la crisi e per lo scarso appeal della Serie A che per lo sciopero dell’abbonamento. Quella degli ultras assomiglia sempre più a una battaglia contro i mulini a vento: resistono per non estinguersi dagli stadi. Chi ha la fedina penale sporca da quest’anno starà fuori, a meno che ogni volta prenda il biglietto. Ma presto il Viminale potrebbe andare oltre, impedendo ai cattivi anche l’acquisto dei tagliandi. L’operazione bonifica insomma va avanti spedita, giustificata anche dalle cifre sugli incidenti da stadio: più 20% l’anno scorso, senza contare le botte che hanno fatto da simpatico contorno alle amichevoli estive. Chi non vorrà adeguarsi resterà a guardare. Non dalla curva, al massimo dal divano di casa. Restare solo con la pay tv, ecco il colmo per un ultras. O come avverte il presidente del Coni Gianni Petrucci: «Se ne faccia una ragione chi non la vuole: è una battaglia persa in partenza perchè non si può tornare indietro ».
DI MARCO BIROLINI - avvenire
La battaglia degli ultras di mezza Italia (se non tutta) contro la tessera del tifoso va avanti da più di un mese, cioè da quando è stato chiaro che il ministro Maroni non avrebbe fatto marcia indietro. Subito sono partiti proteste, cori, volantini e appelli. La Curva della Lazio si è sciolta per ripicca, quelli della Roma hanno invitato tutti a non abbonarsi. Praticamente ogni gruppo organizzato ha lanciato il suo piccolo boicottaggio. Le società si sono piegate al volere del governo, senza però mancare di far sapere al popolo curvaiolo che loro, se avessero potuto, della tessera ne avrebbero fatto volentieri a meno. Qualcuno si è addirittura inventato il diritto di prelazione per chi non rinnoverà il vecchio abbonamento. Guai a inimicarsi gli ultras, nel calcio italiano sono sempre loro a dettar legge.
Stavolta, però, c’è un segnale nuovo. In molte piazze i tifosi non violenti, quelli senza Daspo e condanne sul groppone, hanno lasciato cadere nel vuoto la chiamata alla resistenza da curva. A Napoli si fa la fila in posta per sottoscrivere l’Azzurro card, a Firenze le tessere “Orgoglio viola” sono andate a ruba: già ventimila pezzi venduti. Paradossalmente, molti di più degli abbonamenti, fermi secondo stime ufficiose a quota diecimila. Segno che la tanto vituperata tessera, lungi dall’essere un bieco strumento di schedatura, può davvero rafforzare il legame con la squadra del cuore e trasformarsi in una sorta di telepass del tifoso.
Ben 220 mila sono le carte Cuorerossonero vendute dal Milan, che già due stagioni fa intraprese l’iniziativa resa obbligatoria da quest’anno dal Viminale per contrastare la violenza negli stadi.
A Bergamo è successa una cosa strana: una valanga di abbonamenti in più rispetto all’anno scorso. Quindicimila tessere bruciate in un mese, nonostante gli ultras avessero annunciato lo sciopero dell’abbonamento e incitato tutti a fare altrettanto. Il nuovo presidente Antonio Percassi ha ripetuto che abbonarsi era un obbligo per sostenere l’Atalanta nella corsa all’immediato ritorno in A. La gente ha dato retta a lui: anche le vendite in curva vanno a gonfie vele.
Il muro anti tessera mostra insomma ampie crepe, nonostante il vertice tra ultras di fine luglio in Sicilia: si è convenuto solo sulla condanna degli interisti, che già dall’anno scorso hanno sottoscritto 80 mila tessere. Ma anche i milanisti hanno aderito in massa, rompendo il fronte del no. Vero, gli abbonamenti sono in calo quasi ovunque, ma più per la crisi e per lo scarso appeal della Serie A che per lo sciopero dell’abbonamento. Quella degli ultras assomiglia sempre più a una battaglia contro i mulini a vento: resistono per non estinguersi dagli stadi. Chi ha la fedina penale sporca da quest’anno starà fuori, a meno che ogni volta prenda il biglietto. Ma presto il Viminale potrebbe andare oltre, impedendo ai cattivi anche l’acquisto dei tagliandi. L’operazione bonifica insomma va avanti spedita, giustificata anche dalle cifre sugli incidenti da stadio: più 20% l’anno scorso, senza contare le botte che hanno fatto da simpatico contorno alle amichevoli estive. Chi non vorrà adeguarsi resterà a guardare. Non dalla curva, al massimo dal divano di casa. Restare solo con la pay tv, ecco il colmo per un ultras. O come avverte il presidente del Coni Gianni Petrucci: «Se ne faccia una ragione chi non la vuole: è una battaglia persa in partenza perchè non si può tornare indietro ».
Nazionale, Prandelli verso Euro 2012
Dopo il poco fortunato debutto a Londra con la Costa d’Avorio, si avvicinano i primi impegni ufficiali per la Nazionale azzurra affidata a Cesare Prandelli (nella foto) e proiettata verso la qualificazione a Euro 2012.
Domenica prossima Prandelli comunicherà la lista dei giocatori convocati per il doppio impegno che vedrà l’Italia scendere i campo a Tallin contro l’Estonia venerdì 3 settembre e martedì 7 a Firenze contro le Isole Faroe.
Tenuto conto che il calendario internazionale anticipa di un giorno le partite delle rappresentative nazionali, il ct degli Azzurri ha deciso che inizierà a lavorare presso il Centro tecnico di Coverciano a Firenze giù lunedì pomeriggio 30 agosto.
Redazioneweb – www.calciopress.net
Domenica prossima Prandelli comunicherà la lista dei giocatori convocati per il doppio impegno che vedrà l’Italia scendere i campo a Tallin contro l’Estonia venerdì 3 settembre e martedì 7 a Firenze contro le Isole Faroe.
Tenuto conto che il calendario internazionale anticipa di un giorno le partite delle rappresentative nazionali, il ct degli Azzurri ha deciso che inizierà a lavorare presso il Centro tecnico di Coverciano a Firenze giù lunedì pomeriggio 30 agosto.
Redazioneweb – www.calciopress.net
Il giorno di Samp-Werder: novanta minuti per un sogno
Novanta minuti da giocare, una secca batosta da ribaltare, un mister che trascina, una squadra che ci crede: sarà difficile, ma non impossibile per i blucerchiati accedere alla fase a gironi della Champions League, una consacrazione sul più importante palcoscenico europeo che proietterebbe il club di Garrone nell'Olimpo delle grandi del calcio italiano.
Inutile nascondere la testa sotto la sabbia: per cancellare il pesante 3-1 rimediato pochi giorni fa al Weserstadion, ci vorrà l'impresa di Pazzini e compagni, ma siamo certi che saranno tante ed efficaci le molle che scateneranno gli undici doriani in campo alla conquista del sogno.
Un sogno che vale tutti gli sforzi della scorsa stagione, e permetterebbe di cominciare questa nel più bello dei modi.
La festa in piazza che seguì la qualificazione ai preliminari è un ricordo, ma il calore di uno stadio ormai sold out, che si preannuncia infuocato da cori e striscioni, è già una certezza: con il dodicesimo uomo schierato, questa sera a Marassi tutto sarà possibile.
24/08/2010 09:17:09 Chiara Tenca - cittadigenova.com
Inutile nascondere la testa sotto la sabbia: per cancellare il pesante 3-1 rimediato pochi giorni fa al Weserstadion, ci vorrà l'impresa di Pazzini e compagni, ma siamo certi che saranno tante ed efficaci le molle che scateneranno gli undici doriani in campo alla conquista del sogno.
Un sogno che vale tutti gli sforzi della scorsa stagione, e permetterebbe di cominciare questa nel più bello dei modi.
La festa in piazza che seguì la qualificazione ai preliminari è un ricordo, ma il calore di uno stadio ormai sold out, che si preannuncia infuocato da cori e striscioni, è già una certezza: con il dodicesimo uomo schierato, questa sera a Marassi tutto sarà possibile.
24/08/2010 09:17:09 Chiara Tenca - cittadigenova.com
Calcio: nuovi diritti fanno ricca la serie A
MILANO (MF-DJ)--Per gli addetti ai lavori quella che comincera' domenica prossima con la prima giornata di Serie A sara' "la stagione delle opportunita'". La prima e' senza dubbio quella di incassare proventi piu' corposi dalle cessione dei diritti televisivi, a cui fa seguito la possibilita' di migliorare la redditivita', grazie anche a un piu' efficace controllo dei conti. Ô quanto emerge dallo studio di StageUp-Sport & Leisure Business, pubblicazione online specializzata sul business sportivo, intitolato "Il business del campionato di calcio Serie A 2010-2011".
In particolare, si legge in un articolo di MF, grazie alla vendita dei diritti tv sui base centralizzata, secondo quanto previsto dalla Legge Melandri, con un incasso che sfiora il miliardo di euro, tutti i club incasseranno di piu'. In questo modo il risultato operativo dei club della massima serie in media potrebbe passare dal rosso di 8,3 mln della stagione 2008-2009 a un profitto di 400 mila euro complessivi mentre la redditivita' di una societa' (che attualmente vale il 10,1% del fatturato) potra' toccare in media il 17,5%.
borsaitaliana.it
In particolare, si legge in un articolo di MF, grazie alla vendita dei diritti tv sui base centralizzata, secondo quanto previsto dalla Legge Melandri, con un incasso che sfiora il miliardo di euro, tutti i club incasseranno di piu'. In questo modo il risultato operativo dei club della massima serie in media potrebbe passare dal rosso di 8,3 mln della stagione 2008-2009 a un profitto di 400 mila euro complessivi mentre la redditivita' di una societa' (che attualmente vale il 10,1% del fatturato) potra' toccare in media il 17,5%.
borsaitaliana.it
Che fine ha fatto il campionato più bello del mondo?
Una volta c’erano Platini, Maradona, Falcao e Boniek.
Poi i tedeschi dell’Inter (Klinsmann, Matthaus e Brehme), gli olandesi del Milan (Gullit, Van Basten e Rijkaard), i russi della Juventus (Zavarov e Alejnikov che in Italia hanno fallito ma che in quel periodo erano i giocatori che andavano per la maggiore) ed i brasiliani del Napoli (Alemao e Careca).
Se andiamo lontani nel tempo come non ricordare figurine in bianco e nero come Sivori, Jair, Nordahl-Gren-Liedholm e Altafini, giusto per citarne alcuni, o, tornando al calcio degli ultimi venti anni e continuando con un ordine cronologico “sparso”, Dunga, Zidane, Brady, Ronaldo , Rui Costa, Voeller, Batistuta, Figo, Nedved e Thuram.
…e ne sto tralasciando tantissimi altri…
Questo elenco (incompleto e fatto utilizzando solo la memoria) dimostra in maniera inequivocabile come quello italiano fino ad una decina di anni fa, sia stato il campionato con il maggior appeal nei confronti dei campioni stranieri: basti pensare che l’elenco di chi non è venuto in Italia è molto più scarno (Pelè, Crujiff, Di Stefano, Zamora e Jascin…altri non me ne vengono in mente).
Qualcuno potrebbe obiettare che i campioni che ho citato sono venuti solo in quelle squadre che hanno un fascino “indipendente” dal fatto che disputino il campionato italiano. A questi rispondo con altri nomi di giocatori acquistati da squadre di “seconda fascia” come quelli di Brigel ed Elekiaer del Verona dei miracoli, Di Aguillera del Torino, di Kieft e Bergrenn del Pisa, di Dirceu dell’Avellino, di Holmquist del Cesena (sempre rotto ma ai tempi un ottimo giocatore) e Stromberg dell’Atalanta, e non mi voglio nemmeno “giocare” il jolly Zico dell’Udinese.
Dalla riapertura delle frontiere nel calcio degli anni 80, insomma, la Serie A è stata sempre vista come un punto di arrivo, anzi, come l’obiettivo da raggiungere per potersi definire davvero un giocatore di primo livello.
Adesso le cose sono decisamente cambiate visto che anche un giocatore come il giovane belga dell’ Az Alkmaar, il 23enne Moussa Dembèlè, cercato insistentemente dalla Fiorentina in passato, ha detto chiaramente che in Italia non vuole venirci: “Dicono che chiedevo troppo come salario, ma questo non è vero. L’interesse da parte loro era vero, concreto, ma non volevo giocare in Italia. Preferisco andare in Inghilterra o Germania. La mia decisione arriverà alla fine di questa settimana. Il Birmingham? Sì, è un’ipotesi concreta”.
Fosse solo Dembéle il “problema” penso di poter dire con una certa sicurezza che riusciremmo a farcene una ragione. Ma la realtà racconta un problema più esteso visto che difficilmente, almeno nel breve periodo, possiamo sperare di ammirare in Italia Messi, Bojan, Cristiano Ronaldo o qualche spagnolo, campione d’Europa e del Mondo in carica.
Come siamo arrivati a questo punto?
Ma, soprattutto, come possiamo sperare di recuperare il terreno perduto?
calciomalato.blogsfere
Poi i tedeschi dell’Inter (Klinsmann, Matthaus e Brehme), gli olandesi del Milan (Gullit, Van Basten e Rijkaard), i russi della Juventus (Zavarov e Alejnikov che in Italia hanno fallito ma che in quel periodo erano i giocatori che andavano per la maggiore) ed i brasiliani del Napoli (Alemao e Careca).
Se andiamo lontani nel tempo come non ricordare figurine in bianco e nero come Sivori, Jair, Nordahl-Gren-Liedholm e Altafini, giusto per citarne alcuni, o, tornando al calcio degli ultimi venti anni e continuando con un ordine cronologico “sparso”, Dunga, Zidane, Brady, Ronaldo , Rui Costa, Voeller, Batistuta, Figo, Nedved e Thuram.
…e ne sto tralasciando tantissimi altri…
Questo elenco (incompleto e fatto utilizzando solo la memoria) dimostra in maniera inequivocabile come quello italiano fino ad una decina di anni fa, sia stato il campionato con il maggior appeal nei confronti dei campioni stranieri: basti pensare che l’elenco di chi non è venuto in Italia è molto più scarno (Pelè, Crujiff, Di Stefano, Zamora e Jascin…altri non me ne vengono in mente).
Qualcuno potrebbe obiettare che i campioni che ho citato sono venuti solo in quelle squadre che hanno un fascino “indipendente” dal fatto che disputino il campionato italiano. A questi rispondo con altri nomi di giocatori acquistati da squadre di “seconda fascia” come quelli di Brigel ed Elekiaer del Verona dei miracoli, Di Aguillera del Torino, di Kieft e Bergrenn del Pisa, di Dirceu dell’Avellino, di Holmquist del Cesena (sempre rotto ma ai tempi un ottimo giocatore) e Stromberg dell’Atalanta, e non mi voglio nemmeno “giocare” il jolly Zico dell’Udinese.
Dalla riapertura delle frontiere nel calcio degli anni 80, insomma, la Serie A è stata sempre vista come un punto di arrivo, anzi, come l’obiettivo da raggiungere per potersi definire davvero un giocatore di primo livello.
Adesso le cose sono decisamente cambiate visto che anche un giocatore come il giovane belga dell’ Az Alkmaar, il 23enne Moussa Dembèlè, cercato insistentemente dalla Fiorentina in passato, ha detto chiaramente che in Italia non vuole venirci: “Dicono che chiedevo troppo come salario, ma questo non è vero. L’interesse da parte loro era vero, concreto, ma non volevo giocare in Italia. Preferisco andare in Inghilterra o Germania. La mia decisione arriverà alla fine di questa settimana. Il Birmingham? Sì, è un’ipotesi concreta”.
Fosse solo Dembéle il “problema” penso di poter dire con una certa sicurezza che riusciremmo a farcene una ragione. Ma la realtà racconta un problema più esteso visto che difficilmente, almeno nel breve periodo, possiamo sperare di ammirare in Italia Messi, Bojan, Cristiano Ronaldo o qualche spagnolo, campione d’Europa e del Mondo in carica.
Come siamo arrivati a questo punto?
Ma, soprattutto, come possiamo sperare di recuperare il terreno perduto?
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E' stata un'estate calda. Incidenti sugli spalti e fuori dagli stadi, risse in campo. Non esattamente l'ideale in vista del campionato di serie A che comincera' sabato con gli anticipi. Massima attenzione sul fronte della sicurezza
E' stata un'estate calda.
Incidenti sugli spalti e fuori dagli stadi, risse in campo. Non esattamente l'ideale in vista del campionato di serie A che comincera' sabato con gli anticipi. Massima attenzione sul fronte della sicurezza in una stagione 2010-2011 gia' storica, visto che entra ufficialmente in vigore la "tessera del tifoso". In una circolare che il Viminale, lo scorso 6 agosto, ha inviato a questori, prefetti, carabinieri e Guardia di Finanza, viene chiesto il massimo rigore nell'applicazione delle disposizioni. La circolare ai questori ricorda "la verifica della rispondenza tra titolo di accesso allo stadio e titolare della tessera che diventa obbligatoria per gli abbonamenti 'in casa' e il settore ospiti". Viene ricordato anche che sono "previsti controlli anche presso le agenzie di vendita". E ancora "massimo rigore e puntuale attuazione delle norme per evitare che siano elusi i sistemi di controllo". Sono queste le direttive che il Dipartimento di pubblica sicurezza ha indirizzato a tutti i questori perche' venga assicurata, in vista dell'inizio del campionato di calcio di serie A sabato prossimo, la piena attuazione del programma 'tessera del tifoso'. "Eventuali inadempimenti - si legge sul sito del Ministero dell'Interno - dovranno essere segnalati all'Osservatorio nazionale per le manifestazioni sportive per le indicazioni di competenza. Da questa stagione calcistica diventa, infatti, obbligatorio il possesso della tessera per la sottoscrizione degli abbonamenti per assistere alle partite 'in casa' e per accedere ai settori ospiti nel caso si voglia seguire la propria squadra in trasferta. Sara', comunque, sempre possibile acquistare un biglietto nominativo per gli altri settori dello stadio pur non essendo titolari di alcuna tessera". (agi)
Incidenti sugli spalti e fuori dagli stadi, risse in campo. Non esattamente l'ideale in vista del campionato di serie A che comincera' sabato con gli anticipi. Massima attenzione sul fronte della sicurezza in una stagione 2010-2011 gia' storica, visto che entra ufficialmente in vigore la "tessera del tifoso". In una circolare che il Viminale, lo scorso 6 agosto, ha inviato a questori, prefetti, carabinieri e Guardia di Finanza, viene chiesto il massimo rigore nell'applicazione delle disposizioni. La circolare ai questori ricorda "la verifica della rispondenza tra titolo di accesso allo stadio e titolare della tessera che diventa obbligatoria per gli abbonamenti 'in casa' e il settore ospiti". Viene ricordato anche che sono "previsti controlli anche presso le agenzie di vendita". E ancora "massimo rigore e puntuale attuazione delle norme per evitare che siano elusi i sistemi di controllo". Sono queste le direttive che il Dipartimento di pubblica sicurezza ha indirizzato a tutti i questori perche' venga assicurata, in vista dell'inizio del campionato di calcio di serie A sabato prossimo, la piena attuazione del programma 'tessera del tifoso'. "Eventuali inadempimenti - si legge sul sito del Ministero dell'Interno - dovranno essere segnalati all'Osservatorio nazionale per le manifestazioni sportive per le indicazioni di competenza. Da questa stagione calcistica diventa, infatti, obbligatorio il possesso della tessera per la sottoscrizione degli abbonamenti per assistere alle partite 'in casa' e per accedere ai settori ospiti nel caso si voglia seguire la propria squadra in trasferta. Sara', comunque, sempre possibile acquistare un biglietto nominativo per gli altri settori dello stadio pur non essendo titolari di alcuna tessera". (agi)
E' slittata a oggi pomeriggio la firma di Alberto Aquilani con la Juventus
Roma, 24 ago. (Apcom) - E' slittata a oggi pomeriggio la firma di Alberto Aquilani con la Juventus. Il centrocampista, reduce da una difficile stagione con il Liverpool, non ha ultimato le visite mediche di rito e nella mattinata dovrà sottoporsi alle prove atletiche. L'ex romanista, in passato afflitto da numerosi infortuni, in base a quanto si apprende dal club bianconero ha superato brillantemente i controlli di ieri.
Bologna-Inter confermata per il 30/8 Lega di serie A dice no al rinvio della partita
Nessun rinvio per Bologna-Inter, come era stato ventilato. Le due squadre scenderanno in campo lunedi' 30 agosto alle 20.45 al Dall'Ara. Il Bologna lo ha scritto sul sito ufficiale. L'Inter aveva chiesto lo slittamento della partita per evitare di giocare senza molti nazionali, impegnati il 3 e il 7 settembre. E il Bologna aveva dato la sua disponibilità a giocare eventualmente in altra data. Oggi il no della Lega di serie A. (ansa)
Moratti, l'Inter continuera' a vincere
Il ciclo di vittorie dell'Inter non e' finito: Massimo Moratti auspica un prosieguo di successi a cominciare dalla Supercoppa europea.
L'Inter puo' fare la cinquina? 'Per ora sono 4 - dice Moratti - e mi vanno bene 4. Era importante per noi iniziare con una vittoria il nuovo corso perche' voleva dire continuare un ciclo positivo'. A chi dice che la crisi del nostro calcio dipende dal fatto che l'Inter ha pochi italiani Moratti risponde :'meglio essere multietnici che comprare le partite'.
(ansa)
L'Inter puo' fare la cinquina? 'Per ora sono 4 - dice Moratti - e mi vanno bene 4. Era importante per noi iniziare con una vittoria il nuovo corso perche' voleva dire continuare un ciclo positivo'. A chi dice che la crisi del nostro calcio dipende dal fatto che l'Inter ha pochi italiani Moratti risponde :'meglio essere multietnici che comprare le partite'.
(ansa)
Premier: M.City-Liverpool 3-0
il Manchester City ha battuto il Liverpool 3-0 nel posticipo della seconda giornata di Premier League. Gol di Barry e doppietta di Tevez. Mario Balotelli e' rimasto in panchina per tutti i 90'. Chelsea 6; Arsenal, Manchester United, Manchester City, Bolton, Birmingham, Wolverhampton, Tottenham 4; Newcastle, Blackburn, Blackpool, Aston Villa, West Bromwich Albion 3; Fulham 2; Sunderland, Everton e Liverpool 1; Stoke City, West Ham e Wigan 0. (ansa)
Volley donne: Giappone-Italia 1-3
Italia batte Giappone 3-1 (23-25 25-27 25-21 23-25) in una partita valida per il World Grand Prix di pallavolo femminile.ITALIA: Barazza 9, Lo Bianco 6, Barcellini 7, Gioli 15, Bosetti 17, Piccinini 13. Libero: Merlo. Del Core 6, Arrighetti, Ortolani 9. Non entrate: Rondon, Crisanti. Le azzurre di Massimo Barbolini - gia' qualificate per la Final Six di Ningbo, in Cina - si sono prese la rivincita sul Giappone al termine di due ore di gioco estremamente combattute. (ansa)
Mangia formaggio, Montano in ospedale
Notte in ospedale per Aldo Montano, colpito da uno choc anafilattico per aver mangiato una pietanza con formaggio, al quale e' allergico. Lo schermitore livornese, 31 anni, e' stato dimesso in mattinata dal reparto di medicina d'urgenza dell'ospedale Santa Maria delle Croci di Ravenna.
Montano e' stato colpito dal malore dopo aver cenato in un ristorante di Milano Marittima, sul litorale ravennate, dove l'atleta si trova per un periodo di vacanza. Le sue condizioni sono buone. (ansa)
Montano e' stato colpito dal malore dopo aver cenato in un ristorante di Milano Marittima, sul litorale ravennate, dove l'atleta si trova per un periodo di vacanza. Le sue condizioni sono buone. (ansa)
Spagna, Barcellona vince la Supercoppa
Primo trofeo stagionale per il Barcellona. I blaugrana conquistano la Supercoppa di Spagna battendo 4-0 il Siviglia nella finale di ritorno. All'andata il Barca era stato sconfitto 3-1. Dopo un'autorete di Konko al 14', e' stata una tripletta di Messi a regalare il successo al Barcellona: il giocatore argentino e' andato a segno al 24' e 44', e poi ancora allo scadere. (ansa)
Supercoppa all'Inter, Roma ko 3-1
A Riise risponde Pandev, poi nella ripresa doppietta di Eto'o
L'Inter si aggiudica per la quinta volta la Supercoppa di Lega battendo la Roma 3-1 a San Siro.
Quattro ora i trofei nerazzurri nel 2010. I giallorossi passano in vantaggio al 21' con Riise, poi un errore difensivo della Roma regala un facile pareggio a Pandev (42'). Nella ripresa doppietta di Eto'o (70' e 80'). Alcuni fumogeni lanciati in campo dai tifosi giallorossi hanno costretto l'arbitro Bergonzi a sospendere il match per circa 5 minuti nella ripresa. (ansa)
L'Inter si aggiudica per la quinta volta la Supercoppa di Lega battendo la Roma 3-1 a San Siro.
Quattro ora i trofei nerazzurri nel 2010. I giallorossi passano in vantaggio al 21' con Riise, poi un errore difensivo della Roma regala un facile pareggio a Pandev (42'). Nella ripresa doppietta di Eto'o (70' e 80'). Alcuni fumogeni lanciati in campo dai tifosi giallorossi hanno costretto l'arbitro Bergonzi a sospendere il match per circa 5 minuti nella ripresa. (ansa)
Liverpool: Aquilani in prestito alla Juve
Il Liverpool conferma sul proprio sito internet il prestito per un anno di Alberto Aquilani alla Juventus. Il centrocampista romano, 26 anni, sosterra' lunedi' le visite mediche in Italia, secondo quanto si legge sulla pagina web dei Reds. La Juve non ha ancora confermato ufficialmente il prestito: probabilmente aspettera' l'esito delle visite mediche. Da due anni a questa parte, Aquilani ha avuto una serie di problemi fisici. (ansa)
Tifosi Maribor aggrediti, 4 arresti
La Digos ha arrestato nella notte 4 palermitani che hanno tentato di aggredire i tifosi del Maribor. E' la squadra slovena sconfitta giovedi' dal Palermo, nell'andata dello spareggio di Europa League. I tifosi del Maribor sono stati scortati fino a una struttura ricettiva, nel cuore del centro storico, per trascorrere la notte. Intorno alla mezzanotte, pero', una quarantina di tifosi palermitani travisati con sciarpe cinghie, hanno tentato di aggredirli. (ansa 21 agosto 2010)
Lo stadio della civiltà che si liberò del barbaro. La Juventus nell'impianto che ha sfrattato il nome di Schwarzenegger
di Lorenzo Longhi
GRAZ
Lo spirito di Arnold Schwarzenegger non dimora più qui. Qui, a Graz, dove la Juventus giocherà questa sera contro lo Sturm la gara di andata dello spareggio preliminare per accedere alla fase a gironi dell'Europa League, in uno stadio che per alcuni anni ha portato il nome dell'attuale governatore repubblicano della California. Ma, ormai dal 2006, l'impianto si chiama Upc Arena e, secondo lo zeitgeist della nuova finanza applicata al calcio, è stato ribattezzato con il logo di un'azienda di telecomunicazioni (appunto la Upc Telekabel) che si è aggiudicata i naming rights per ribattezzare lo stadio per 10 anni, sino al 2016, per una cifra complessiva di 1 milione e 500 mila euro. Eppure non è stata una questione economica a sfrattare il nome di Schwarzenegger dallo stadio di Graz. Perché di venale, in tutta la vicenda, non c'è proprio niente: si è trattato, anzi, di una scelta di civiltà, tanto pregevole quanto poco nota al grande pubblico.
Vale dunque la pena fare qualche passo indietro per raccontare la storia dall'inizio. Spingiamo il tasto rewind e rieccoci al 1997, quando la ditta che dal 1995 si era impegnata a costruire il nuovo stadio della città consegnò l'opera, situata quattro chilometri a sud rispetto al centro storico di Graz: 27 settori per 15.400 posti, tutti a sedere e tutti al coperto, impianto di proprietà della Stadion Liebenau Betriebs GmbH, affittuari lo Sturm Graz e il Grazer Ak. Fatto lo stadio, c'era però da dargli un nome e, anche per una questione di autopromozione, a qualcuno venne un'idea: dedicarlo a Schwarzenegger, forse l'austriaco più conosciuto nel mondo, essendo nato a Thal - nel distretto di Graz Umgebung - nel 1947 ed avendo ivi vissuto i suoi primi vent'anni, per poi trasferirsi prima in Germania quindi negli Stati uniti. «Arnold Schwarzenegger stadium», ecco il nome altisonante con cui venne chiamato l'impianto di Graz, da subito dedicato al culturista che diventò una star di Hollywood, l'uomo che ottenne la cittadinanza americana nel 1983 ma mantenne anche quella austriaca. Al suo attivo, allora, c'erano decine di film che lo avevano proiettato nell'Olimpo del cinema d'azione, Conan e Terminator su tutti. E una passione politica che, negli anni '90, lo aveva visto diventare (nominato da George Bush senior) prima presidente del Consiglio in materia di sport e fitness, organizzazione facente parte del Dipartimento per la salute pubblica del Governo americano, quindi ambasciatore della Croce Rossa. Insomma, quanto basta per meritarsi uno stadio. Ma le mire politiche di Schwarzenegger erano altre e quando, il 17 novembre 2003, divenne Governatore della California, anche la città di Graz festeggiò l'elezione del suo figlio più illustre.
Del resto, da un paio di anni la stessa cittadina della Stiria, sotto l'aspetto politico e dell'immagine proiettata nel mondo, aveva ottenuto un riconoscimento altamente significativo: nel 2000, infatti, il Ministro degli Esteri austriaco, la signora Benita Ferrero-Waldner, aveva annunciato alla 55esima Assemblea generale delle Nazioni Unite l'intenzione di fare diventare Graz «prima città dei diritti umani in Europa», impegno sottoscritto dalla municipalità della città che nel febbraio del 2001 ha votato all'unanimità una mozione per dichiarare Graz, appunto, «Città dei diritti umani». Uno slogan ufficialmente e legalmente riconosciuto dall'Onu, anche perché Graz si è spesa per la causa, modificando la legislazione cittadina in modo da prendere in considerazione qualsiasi istanza in materia.
Il problema nasce qui. Graz «città dei diritti umani», Arnold Schwarzenegger - dedicatario del nome dello stadio - governatore di quella California la cui legislazione ancora prevede la pena di morte. C'è qualcosa che non va. E, per quanto narcotizzata per un paio di anni, la contraddizione è esplosa fragorosamente nel dicembre 2005. Nel braccio della morte del carcere californiano di San Quintino c'era Stanley Williams, detto «Tookie», fondatore dei Crips, una delle più note e violente gang della Los Angeles anni '70 e '80. Arrestato e processato, nel 1981 Williams venne condannato alla pena capitale, ritenuto responsabile di quattro omicidi, pur avendo sempre proclamato la propria innocenza. Tookie, durante il periodo di carcerazione, fu artefice di uno straordinario percorso di redenzione e di attivismo sociale, riconosciuto anche da George W. Bush (che lo lodò in una lettera divenuta pubblica), da una candidatura al Nobel per la pace del 2001 e da un film - Redemption - dedicato alla sua storia. Dopo 24 anni nel braccio della morte, l'esecuzione di Williams era programmata per il 13 dicembre 2005. E quando, nel novembre di quell'anno, la Corte suprema della California decise di non riaprire il caso, l'unica persona a poter cambiare il corso degli eventi, concedendogli la grazia, era il governatore dello Stato, Schwarzenegger. Che, l'11 dicembre, a Sacramento, diede udienza a chi chiedeva un provvedimento di clemenza per Williams. «Quando si tratta di decidere della vita o della morte di una persona, è il momento più difficile per un governatore», dichiarò alla stampa.
La città di Graz si schierò con il movimento per i diritti umani, ovviamente. Ma Schwarzenegger non concesse la grazia: fu eseguita l'iniezione letale, Williams morì. E a Graz cominciò il dibattito: possibile che la «città dei diritti umani» mantenesse il proprio impianto sportivo principale con il nome di chi non aveva bloccato una esecuzione capitale? No, naturalmente, e si prepararono le delibere per ribattezzare lo stadio: la decisione era già stata presa, si trattava solo di procedere agli atti formali. La notizia arrivò in California, dove Schwarzenegger non la prese bene. Arnold prese carta e penna e, in tedesco, mandò al sindaco di Graz una risentita lettera di diffida: «Ho negato la richiesta di grazia a un quadruplice omicida, legalmente detenuto, dopo un attento e scrupoloso esame, secondo le leggi del nostro Stato. Per evitare imbarazzi ai politici della città di Graz, ritiro con effetto immediato il diritto di utilizzare il mio nome per lo stadio. In materia riceverete presto una lettera dai miei avvocati», scrisse. E, nel giro di pochi giorni, Schwarzenegger rispedì al mittente a mezzo posta anche l'anello di cittadino onorario di Graz («Ormai per me non ha nessun valore») consegnatogli in una cerimonia pubblica nel 1999.
Così, il 26 dicembre 2005, gli operai rimossero le gigantesche lettere con il nome dell'ex Conan il barbaro dall'entrata dello stadio e dovunque ve ne fosse traccia: rimase solo la dicitura «Stadion Graz-Liebenau», sino all'accordo del 2006 con la Upc Telekabel. La Upc Arena ora mette d'accordo tutti. E pazienza se «The Governator» - un gioco di parole fra «Governor» e «Terminator» - non vi metterà mai più piede.
ilmanifesto.it
GRAZ
Lo spirito di Arnold Schwarzenegger non dimora più qui. Qui, a Graz, dove la Juventus giocherà questa sera contro lo Sturm la gara di andata dello spareggio preliminare per accedere alla fase a gironi dell'Europa League, in uno stadio che per alcuni anni ha portato il nome dell'attuale governatore repubblicano della California. Ma, ormai dal 2006, l'impianto si chiama Upc Arena e, secondo lo zeitgeist della nuova finanza applicata al calcio, è stato ribattezzato con il logo di un'azienda di telecomunicazioni (appunto la Upc Telekabel) che si è aggiudicata i naming rights per ribattezzare lo stadio per 10 anni, sino al 2016, per una cifra complessiva di 1 milione e 500 mila euro. Eppure non è stata una questione economica a sfrattare il nome di Schwarzenegger dallo stadio di Graz. Perché di venale, in tutta la vicenda, non c'è proprio niente: si è trattato, anzi, di una scelta di civiltà, tanto pregevole quanto poco nota al grande pubblico.
Vale dunque la pena fare qualche passo indietro per raccontare la storia dall'inizio. Spingiamo il tasto rewind e rieccoci al 1997, quando la ditta che dal 1995 si era impegnata a costruire il nuovo stadio della città consegnò l'opera, situata quattro chilometri a sud rispetto al centro storico di Graz: 27 settori per 15.400 posti, tutti a sedere e tutti al coperto, impianto di proprietà della Stadion Liebenau Betriebs GmbH, affittuari lo Sturm Graz e il Grazer Ak. Fatto lo stadio, c'era però da dargli un nome e, anche per una questione di autopromozione, a qualcuno venne un'idea: dedicarlo a Schwarzenegger, forse l'austriaco più conosciuto nel mondo, essendo nato a Thal - nel distretto di Graz Umgebung - nel 1947 ed avendo ivi vissuto i suoi primi vent'anni, per poi trasferirsi prima in Germania quindi negli Stati uniti. «Arnold Schwarzenegger stadium», ecco il nome altisonante con cui venne chiamato l'impianto di Graz, da subito dedicato al culturista che diventò una star di Hollywood, l'uomo che ottenne la cittadinanza americana nel 1983 ma mantenne anche quella austriaca. Al suo attivo, allora, c'erano decine di film che lo avevano proiettato nell'Olimpo del cinema d'azione, Conan e Terminator su tutti. E una passione politica che, negli anni '90, lo aveva visto diventare (nominato da George Bush senior) prima presidente del Consiglio in materia di sport e fitness, organizzazione facente parte del Dipartimento per la salute pubblica del Governo americano, quindi ambasciatore della Croce Rossa. Insomma, quanto basta per meritarsi uno stadio. Ma le mire politiche di Schwarzenegger erano altre e quando, il 17 novembre 2003, divenne Governatore della California, anche la città di Graz festeggiò l'elezione del suo figlio più illustre.
Del resto, da un paio di anni la stessa cittadina della Stiria, sotto l'aspetto politico e dell'immagine proiettata nel mondo, aveva ottenuto un riconoscimento altamente significativo: nel 2000, infatti, il Ministro degli Esteri austriaco, la signora Benita Ferrero-Waldner, aveva annunciato alla 55esima Assemblea generale delle Nazioni Unite l'intenzione di fare diventare Graz «prima città dei diritti umani in Europa», impegno sottoscritto dalla municipalità della città che nel febbraio del 2001 ha votato all'unanimità una mozione per dichiarare Graz, appunto, «Città dei diritti umani». Uno slogan ufficialmente e legalmente riconosciuto dall'Onu, anche perché Graz si è spesa per la causa, modificando la legislazione cittadina in modo da prendere in considerazione qualsiasi istanza in materia.
Il problema nasce qui. Graz «città dei diritti umani», Arnold Schwarzenegger - dedicatario del nome dello stadio - governatore di quella California la cui legislazione ancora prevede la pena di morte. C'è qualcosa che non va. E, per quanto narcotizzata per un paio di anni, la contraddizione è esplosa fragorosamente nel dicembre 2005. Nel braccio della morte del carcere californiano di San Quintino c'era Stanley Williams, detto «Tookie», fondatore dei Crips, una delle più note e violente gang della Los Angeles anni '70 e '80. Arrestato e processato, nel 1981 Williams venne condannato alla pena capitale, ritenuto responsabile di quattro omicidi, pur avendo sempre proclamato la propria innocenza. Tookie, durante il periodo di carcerazione, fu artefice di uno straordinario percorso di redenzione e di attivismo sociale, riconosciuto anche da George W. Bush (che lo lodò in una lettera divenuta pubblica), da una candidatura al Nobel per la pace del 2001 e da un film - Redemption - dedicato alla sua storia. Dopo 24 anni nel braccio della morte, l'esecuzione di Williams era programmata per il 13 dicembre 2005. E quando, nel novembre di quell'anno, la Corte suprema della California decise di non riaprire il caso, l'unica persona a poter cambiare il corso degli eventi, concedendogli la grazia, era il governatore dello Stato, Schwarzenegger. Che, l'11 dicembre, a Sacramento, diede udienza a chi chiedeva un provvedimento di clemenza per Williams. «Quando si tratta di decidere della vita o della morte di una persona, è il momento più difficile per un governatore», dichiarò alla stampa.
La città di Graz si schierò con il movimento per i diritti umani, ovviamente. Ma Schwarzenegger non concesse la grazia: fu eseguita l'iniezione letale, Williams morì. E a Graz cominciò il dibattito: possibile che la «città dei diritti umani» mantenesse il proprio impianto sportivo principale con il nome di chi non aveva bloccato una esecuzione capitale? No, naturalmente, e si prepararono le delibere per ribattezzare lo stadio: la decisione era già stata presa, si trattava solo di procedere agli atti formali. La notizia arrivò in California, dove Schwarzenegger non la prese bene. Arnold prese carta e penna e, in tedesco, mandò al sindaco di Graz una risentita lettera di diffida: «Ho negato la richiesta di grazia a un quadruplice omicida, legalmente detenuto, dopo un attento e scrupoloso esame, secondo le leggi del nostro Stato. Per evitare imbarazzi ai politici della città di Graz, ritiro con effetto immediato il diritto di utilizzare il mio nome per lo stadio. In materia riceverete presto una lettera dai miei avvocati», scrisse. E, nel giro di pochi giorni, Schwarzenegger rispedì al mittente a mezzo posta anche l'anello di cittadino onorario di Graz («Ormai per me non ha nessun valore») consegnatogli in una cerimonia pubblica nel 1999.
Così, il 26 dicembre 2005, gli operai rimossero le gigantesche lettere con il nome dell'ex Conan il barbaro dall'entrata dello stadio e dovunque ve ne fosse traccia: rimase solo la dicitura «Stadion Graz-Liebenau», sino all'accordo del 2006 con la Upc Telekabel. La Upc Arena ora mette d'accordo tutti. E pazienza se «The Governator» - un gioco di parole fra «Governor» e «Terminator» - non vi metterà mai più piede.
ilmanifesto.it
CHAMPIONS LEAGUE: Voeller contesta Platini per finale di sabato
Rudi Voeller, direttore sportivo del Bayer Leverkusen, ha attaccato il presidente dell'Uefa Michel Platini, contestandogli la decisione di spostare dal mercoledì al sabato la finale di Champions League. Per l'ex romanista sarebbe: «Un delitto contro le leghe nazionali, tutti i club devono girarsi i pollici per due settimane a causa di due squadre che disputano la finale di Champions League». «Un'assurdità, è il più grande torto che si potesse fare alle leghe». Platini, ex juventino ed ex nazionale francese, ha promosso il trasferimento dal mercoledì al sabato della finale della massima competizione europea per permettere un maggior afflusso di tifosi e una maggiore audience televisiva.
Calcio/Rieccole: Inter e Roma atto IV, c'é la Supercoppa
Oggi a San Siro nerazzurri e giallorossi aprono la stagione
Roma, 21 ago. (Apcom) - Dopo la brevissima interruzione della sfida (persa) contro la Lazio un anno fa, l'Inter ritrova quello che nelle tre precedenti stagioni era stato il suo tradizionale avversario nella sfida di Supercoppa italiana, il trofeo che apre la stagione calcistica: la Roma. Battuta nella corsa scudetto e nella finale dell'ultima Coppa Italia, la squadra giallorossa sarà questa sera (ore 20.45 a san Siro) il primo ostacolo dei campioni d'Italia e d'Europa nella rincorsa al clamoroso record del Barcellona 2008-09, vincitore di 6 trofei, ovvero di tutte le competizioni (nazionali e internazionali) alle quali ha partecipato. "Cominciamo col pensare a portare a casa il primo trofeo, poi penseremo agli altri, sempre uno per volta", ha detto il nuovo allenatore nerazzurro, lo spagnolo Rafael Benitez. Che, con la grande classe che da sempre lo contraddistingue, ha dribblato con eleganza le gratuite frecciate del suo predecessore, il portoghese Jose Mourinho. "Benitez non può vincere quello che ho vinto io e se vince la Supercoppa e il Mondiale per club lo deve a me", aveva detto pochi giorni fa il "vate" di Setubal. "Non vinco io, non vince Mourinho, vincono la società e i giocatori, che da 5 anni stanno vincendo tutto", ha replicato Benitez. Che per bon-ton ha evitato di ricordare che Mourinho ha deciso da solo di andarsene, nonostante fosse legato da un contratto: se ci teneva a questi trofei, poteva restare, avrebbe potuto rispondere lo spagnolo. "Mourinho non mi manca, forse manca di più ai giornalisti", ha detto poi Ranieri. Che ora dall'altra parte si ritrova un collega-avversario degno di stima: "Con Benitez ci conosciamo da tanto tempo, lo stimo molto, è un grande professionista e un grande allenatore, una persona seria". La Roma ha perso due delle tre finali di Supercoppa giocate contro l'Inter, sempre a San Siro. E anche questa volta, secondo Ranieri, "l'Inter è favorita". Ma non è escluso che poi in campo si possa sovvertire il pronostico: "E' una partita secca, c'é una coppa in palio, ci proveremo con la nostra qualità e con l'orgoglio".
Roma, 21 ago. (Apcom) - Dopo la brevissima interruzione della sfida (persa) contro la Lazio un anno fa, l'Inter ritrova quello che nelle tre precedenti stagioni era stato il suo tradizionale avversario nella sfida di Supercoppa italiana, il trofeo che apre la stagione calcistica: la Roma. Battuta nella corsa scudetto e nella finale dell'ultima Coppa Italia, la squadra giallorossa sarà questa sera (ore 20.45 a san Siro) il primo ostacolo dei campioni d'Italia e d'Europa nella rincorsa al clamoroso record del Barcellona 2008-09, vincitore di 6 trofei, ovvero di tutte le competizioni (nazionali e internazionali) alle quali ha partecipato. "Cominciamo col pensare a portare a casa il primo trofeo, poi penseremo agli altri, sempre uno per volta", ha detto il nuovo allenatore nerazzurro, lo spagnolo Rafael Benitez. Che, con la grande classe che da sempre lo contraddistingue, ha dribblato con eleganza le gratuite frecciate del suo predecessore, il portoghese Jose Mourinho. "Benitez non può vincere quello che ho vinto io e se vince la Supercoppa e il Mondiale per club lo deve a me", aveva detto pochi giorni fa il "vate" di Setubal. "Non vinco io, non vince Mourinho, vincono la società e i giocatori, che da 5 anni stanno vincendo tutto", ha replicato Benitez. Che per bon-ton ha evitato di ricordare che Mourinho ha deciso da solo di andarsene, nonostante fosse legato da un contratto: se ci teneva a questi trofei, poteva restare, avrebbe potuto rispondere lo spagnolo. "Mourinho non mi manca, forse manca di più ai giornalisti", ha detto poi Ranieri. Che ora dall'altra parte si ritrova un collega-avversario degno di stima: "Con Benitez ci conosciamo da tanto tempo, lo stimo molto, è un grande professionista e un grande allenatore, una persona seria". La Roma ha perso due delle tre finali di Supercoppa giocate contro l'Inter, sempre a San Siro. E anche questa volta, secondo Ranieri, "l'Inter è favorita". Ma non è escluso che poi in campo si possa sovvertire il pronostico: "E' una partita secca, c'é una coppa in palio, ci proveremo con la nostra qualità e con l'orgoglio".
Supercoppa Italiana Tim 2010: Inter - Roma (diretta ore 20.45 su Rai 1)
Con la sfida tra le duellanti dello scorso campionato di Serie A riparte la stagione del calcio italiano che stasera a San Siro (diretta Rai 1) metterà in palio il primo trofeo ufficiale, la Supercoppa Italiana TIM 2010-2011
Sono complessivamente 11 le squadre che hanno partecipato almeno una volta alla Supercoppa di Lega. L'Inter ha vinto quattro volte la Supercoppa, nelle edizioni 1989, 2005, 2006 e 2008. I nerazzurri sono al secondo posto assoluto dell'albo d'oro, alla pari della Juventus e, in caso di vittoria odierna, diventerebbero primatisti ex-aequo con il Milan; i rossoneri vantano finora 5 titoli.
L'Inter rafforza, disputando la sesta finale consecutiva, il primato nella storia della Supercoppa di Lega Tim: quella nerazzurra è infatti l'unica squadra ad aver disputato la sfida per 6 edizioni consecutive: 2005, 2006, 2007, 2008, 2009 e 2010. La Roma invece vi ha partecipato per 5 volte con due vittorie (2001 e 2007) e tre sconfitte (1991, 2006 e 2008).
Nella precedente stagione la partita disputata l'8 Agosto 2009 in Cina allo stadio di Pechino vide la vittoria della Lazio per 2-1 sull'Inter con i gol di Matuzalem al 63', raddoppio di Rocchi al 66', per i nerazzurri accorcia inultilmente le distanze al 77' Eto'o.
"Voglio iniziare vincendo, se possiamo farlo giocando bene è perfetto". È quanto ha sostenuto, in conferenza stampa, l'allenatore dell'Inter, Rafa Benitez, alla vigilia della sfida Un titolo, ha spiegato Benitez che apparterrebbe, "alla società e ai giocatori. La società ha vinto negli ultimi cinque anni, i giocatori sono qui da anni e hanno vinto. Ora possono vincere ancora di più e questa, per loro, deve essere la sfida". "Se vinciamo la Supercoppa la vincono la società e i giocatori e, poi, tutti quelli che sono loro vicini. Ma sono la società e i giocatori i più importanti".
Sugli avversari il tecnico spagnolo: "la Roma è una squadra forte, che ha un buon allenatore e giocatori di qualità, per me la cosa più importante è la prossima partita, poi pensiamo agli altri titoli. L'Inter vuole sempre vincere e la mentalità è sempre la stessa. Parlando con i giocatori so che loro vogliono sfruttare questa opportunità e conquistare il quarto titolo, le motivazioni ci sono. Dopo il Mondiale molti giocatori sono arrivati tardi. Se sei il tecnico dell'anno prima è più facile, se sei il nuovo allenatore lo è di meno. Ma è meglio giocare una finale per il titolo che un'amichevole".
Claudio Ranieri ha tenuto a San Siro, prima della rifinitura sul terreno di gioco, la consueta conferenza stampa: "Credo che l'Inter sia favorita, ma è una partita secca e ce la giochiamo con il nostro orgoglio. Ho già incontrato Benitez in Spagna, mai in Inghilterra, ma lui era agli inizi. Ci conosciamo da tanto tempo e di lui ho grande stima. Noi stiamo bene, siamo uniti e compatti e domani lo dimostreremo, abbiamo una struttura di gioco consolidata".
Ranieri, sollecitato da domande dirette, si è poi soffermato su alcuni singoli: "Totti sta bene, ed anche Adriano sta bene, ha una voglia immensa, si sta allenando con grande umiltà, è un punto di riferimento per noi, lo stiamo facendo crescere, ha legato bene con i compagni e questa è la cosa più importante, anche Menez è un giocatore che ha classe da vendere, noi crediamo in lui e questo sarà un anno importante per lui, farà vedere il suo valore. Anche Mexes sta bene, il fatto che ricerchiamo Burdisso è dovuto ad un fattore numerico, per avere tre centrali di ruolo, ma di mercato non voglio parlare, ho fiducia in Pradè".
Le statistiche della partita: Nei 91 precedenti a Milano lo score è di 52 successi interisti (l'ultimo 2-1 nella Coppa Italia 2008/09), 25 pareggi (l'ultimo 1-1 nella serie A 2008/09) e 14 affermazioni giallorosse (l'ultima 1-0 nella Supercoppa 2007). Per la quarta volta la Supercoppa di Lega Tim - che si gioca tra la vincitrice della scudetto e quella della Coppa Italia - viene assegnata tra Internazionale e Roma, ciò che fa di questa sfida la più frequente nella storia della competizione. I tre precedenti vedono due titoli assegnati all'Inter (4-3 dopo i supplementari nel 2006 e 8-7 dopo i rigori - 2-2 al 120' - nel 2008) ed uno alla Roma (1-0 nel 2007).
LE PROBABILI FORMAZIONI DI INTER-ROMA:
INTER (4-2-3-1): 1 Julio Cesar, 13 Maicon, 6 Lucio, 25 Samuel, 26 Chivu, 4 Zanetti, 19 Cambiasso, 27 Pandev, 10 Sneijder, 9 Eto'o, 22 Milito (12 Castellazzi, 2 Cordoba, 23 Materazzi, 5 Stankovic, 17 Mariga, 29 Coutinho, 88 Biabiany). All. Benitez
ROMA (4-3-1-2): 1 Lobont, 77 Cassetti, 5 Mexes, 4 Juan, 17 Riise, 11 Taddei, 16 De Rossi, 94 Menez, 7 Pizarro, 10 Totti, 9 Vucinic (32 Doni, 3 Andreolli, 30 Simplicio, 33 Brighi, 20 Perrotta, 8 Adriano, 89 Okaka). All.: Ranieri.
ARBITRO: Sarà Mauro Bergonzi di Genova ad arbitrare la sfida tra Inter e Roma con in palio la Supercoppa italiana, sabato sera a Milano. Gli assistenti saranno Nicoletti e Romagnoli, il quarto uomo De Marco. Inter e Roma sono imbattute col fischietto ligure, rispettivamente su 11 e 7 precedenti ufficiali. Il bilancio nerazzurro è di 7 vittorie e 4 pareggi (ultima direzione il chiacchierato Lazio-Inter 0-2 del 2 maggio scorso, in serie A), quello romanista di 5 vittorie e 2 pareggi (ultimo incrocio Roma-Cagliari 2-1 del 9 maggio scorso, in campionato).
LA SUPERCOPPA ITALIANA 2010 IN TELEVISIONE:
Per quanto riguarda la copertura tv della gara, appuntamento dalle 20.30 su Raiuno in collegamento con lo Stadio Giuseppe Meazza in San Siro di Milano per la diretta di Inter - Roma in programma dalle 20.45 con la telecronaca di Alberto Rimedio e commento tecnico di Fulvio Collovati. Al termine della partita appuntamento da non perdere, sempre su Raiuno dalle 22.45 per il post-partita con la cerimonia di consegna della coppa e le interviste ai protagonisti. La trasmissione dalle 23.10 proseguirà sul canale digitale Rai Sport 1.
Il match su Rai Uno, sarà visibile anche attraverso la rete digitale terrestre in tutta Italia in versione panoramica 16:9 sul mux RAI A.
Gli eventi per mancanza dei diritti internazionali potrebbero essere criptati da Rai. Ovviamente la 'codifica' riguarda la platea satellitare che non accede tramite il sistema TivùSat, l'unico con cui è possibile seguire tutta la programmazione dei canali generalisti senza interruzioni. Questo vale anche per gli abbonati Sky che durante il periodo di 'oscuramento' si troveranno in video una schermata totalmente blu. Per conoscere l'elenco completo degli eventi criptati della settimana corrente clicca qui
Gli italiani residenti fuori dai paesi europei potranno assistere all'incontro su Rai Italia che trasmetterà le immagini provenienti dal segnale di Rai1.
Articolo curato da
Simone Rossi
per "Digital-Sat.it"
Sono complessivamente 11 le squadre che hanno partecipato almeno una volta alla Supercoppa di Lega. L'Inter ha vinto quattro volte la Supercoppa, nelle edizioni 1989, 2005, 2006 e 2008. I nerazzurri sono al secondo posto assoluto dell'albo d'oro, alla pari della Juventus e, in caso di vittoria odierna, diventerebbero primatisti ex-aequo con il Milan; i rossoneri vantano finora 5 titoli.
L'Inter rafforza, disputando la sesta finale consecutiva, il primato nella storia della Supercoppa di Lega Tim: quella nerazzurra è infatti l'unica squadra ad aver disputato la sfida per 6 edizioni consecutive: 2005, 2006, 2007, 2008, 2009 e 2010. La Roma invece vi ha partecipato per 5 volte con due vittorie (2001 e 2007) e tre sconfitte (1991, 2006 e 2008).
Nella precedente stagione la partita disputata l'8 Agosto 2009 in Cina allo stadio di Pechino vide la vittoria della Lazio per 2-1 sull'Inter con i gol di Matuzalem al 63', raddoppio di Rocchi al 66', per i nerazzurri accorcia inultilmente le distanze al 77' Eto'o.
"Voglio iniziare vincendo, se possiamo farlo giocando bene è perfetto". È quanto ha sostenuto, in conferenza stampa, l'allenatore dell'Inter, Rafa Benitez, alla vigilia della sfida Un titolo, ha spiegato Benitez che apparterrebbe, "alla società e ai giocatori. La società ha vinto negli ultimi cinque anni, i giocatori sono qui da anni e hanno vinto. Ora possono vincere ancora di più e questa, per loro, deve essere la sfida". "Se vinciamo la Supercoppa la vincono la società e i giocatori e, poi, tutti quelli che sono loro vicini. Ma sono la società e i giocatori i più importanti".
Sugli avversari il tecnico spagnolo: "la Roma è una squadra forte, che ha un buon allenatore e giocatori di qualità, per me la cosa più importante è la prossima partita, poi pensiamo agli altri titoli. L'Inter vuole sempre vincere e la mentalità è sempre la stessa. Parlando con i giocatori so che loro vogliono sfruttare questa opportunità e conquistare il quarto titolo, le motivazioni ci sono. Dopo il Mondiale molti giocatori sono arrivati tardi. Se sei il tecnico dell'anno prima è più facile, se sei il nuovo allenatore lo è di meno. Ma è meglio giocare una finale per il titolo che un'amichevole".
Claudio Ranieri ha tenuto a San Siro, prima della rifinitura sul terreno di gioco, la consueta conferenza stampa: "Credo che l'Inter sia favorita, ma è una partita secca e ce la giochiamo con il nostro orgoglio. Ho già incontrato Benitez in Spagna, mai in Inghilterra, ma lui era agli inizi. Ci conosciamo da tanto tempo e di lui ho grande stima. Noi stiamo bene, siamo uniti e compatti e domani lo dimostreremo, abbiamo una struttura di gioco consolidata".
Ranieri, sollecitato da domande dirette, si è poi soffermato su alcuni singoli: "Totti sta bene, ed anche Adriano sta bene, ha una voglia immensa, si sta allenando con grande umiltà, è un punto di riferimento per noi, lo stiamo facendo crescere, ha legato bene con i compagni e questa è la cosa più importante, anche Menez è un giocatore che ha classe da vendere, noi crediamo in lui e questo sarà un anno importante per lui, farà vedere il suo valore. Anche Mexes sta bene, il fatto che ricerchiamo Burdisso è dovuto ad un fattore numerico, per avere tre centrali di ruolo, ma di mercato non voglio parlare, ho fiducia in Pradè".
Le statistiche della partita: Nei 91 precedenti a Milano lo score è di 52 successi interisti (l'ultimo 2-1 nella Coppa Italia 2008/09), 25 pareggi (l'ultimo 1-1 nella serie A 2008/09) e 14 affermazioni giallorosse (l'ultima 1-0 nella Supercoppa 2007). Per la quarta volta la Supercoppa di Lega Tim - che si gioca tra la vincitrice della scudetto e quella della Coppa Italia - viene assegnata tra Internazionale e Roma, ciò che fa di questa sfida la più frequente nella storia della competizione. I tre precedenti vedono due titoli assegnati all'Inter (4-3 dopo i supplementari nel 2006 e 8-7 dopo i rigori - 2-2 al 120' - nel 2008) ed uno alla Roma (1-0 nel 2007).
LE PROBABILI FORMAZIONI DI INTER-ROMA:
INTER (4-2-3-1): 1 Julio Cesar, 13 Maicon, 6 Lucio, 25 Samuel, 26 Chivu, 4 Zanetti, 19 Cambiasso, 27 Pandev, 10 Sneijder, 9 Eto'o, 22 Milito (12 Castellazzi, 2 Cordoba, 23 Materazzi, 5 Stankovic, 17 Mariga, 29 Coutinho, 88 Biabiany). All. Benitez
ROMA (4-3-1-2): 1 Lobont, 77 Cassetti, 5 Mexes, 4 Juan, 17 Riise, 11 Taddei, 16 De Rossi, 94 Menez, 7 Pizarro, 10 Totti, 9 Vucinic (32 Doni, 3 Andreolli, 30 Simplicio, 33 Brighi, 20 Perrotta, 8 Adriano, 89 Okaka). All.: Ranieri.
ARBITRO: Sarà Mauro Bergonzi di Genova ad arbitrare la sfida tra Inter e Roma con in palio la Supercoppa italiana, sabato sera a Milano. Gli assistenti saranno Nicoletti e Romagnoli, il quarto uomo De Marco. Inter e Roma sono imbattute col fischietto ligure, rispettivamente su 11 e 7 precedenti ufficiali. Il bilancio nerazzurro è di 7 vittorie e 4 pareggi (ultima direzione il chiacchierato Lazio-Inter 0-2 del 2 maggio scorso, in serie A), quello romanista di 5 vittorie e 2 pareggi (ultimo incrocio Roma-Cagliari 2-1 del 9 maggio scorso, in campionato).
LA SUPERCOPPA ITALIANA 2010 IN TELEVISIONE:
Per quanto riguarda la copertura tv della gara, appuntamento dalle 20.30 su Raiuno in collegamento con lo Stadio Giuseppe Meazza in San Siro di Milano per la diretta di Inter - Roma in programma dalle 20.45 con la telecronaca di Alberto Rimedio e commento tecnico di Fulvio Collovati. Al termine della partita appuntamento da non perdere, sempre su Raiuno dalle 22.45 per il post-partita con la cerimonia di consegna della coppa e le interviste ai protagonisti. La trasmissione dalle 23.10 proseguirà sul canale digitale Rai Sport 1.
Il match su Rai Uno, sarà visibile anche attraverso la rete digitale terrestre in tutta Italia in versione panoramica 16:9 sul mux RAI A.
Gli eventi per mancanza dei diritti internazionali potrebbero essere criptati da Rai. Ovviamente la 'codifica' riguarda la platea satellitare che non accede tramite il sistema TivùSat, l'unico con cui è possibile seguire tutta la programmazione dei canali generalisti senza interruzioni. Questo vale anche per gli abbonati Sky che durante il periodo di 'oscuramento' si troveranno in video una schermata totalmente blu. Per conoscere l'elenco completo degli eventi criptati della settimana corrente clicca qui
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Articolo curato da
Simone Rossi
per "Digital-Sat.it"
Mondiali: Paul rappresenta Inghilterra
Il polpo ambasciatore ufficiale candidatura edizione 2018
Il polpo Paul e' diventato ambasciatore ufficiale della candidatura inglese per l'organizzazione dei Mondiali 2018. Lo ha annunciato il comitato incaricato di promuovere la candidatura. Il celebre polpo e' diventato una delle stelle del campionato sudafricano per aver indovinato tutti i risultati della Nazionale tedesca, come pure la vittoria della Spagna nella finale con l'Olanda: otto risultati azzeccati su altrettante partite. (ansa 20 agosto 2010)
Il polpo Paul e' diventato ambasciatore ufficiale della candidatura inglese per l'organizzazione dei Mondiali 2018. Lo ha annunciato il comitato incaricato di promuovere la candidatura. Il celebre polpo e' diventato una delle stelle del campionato sudafricano per aver indovinato tutti i risultati della Nazionale tedesca, come pure la vittoria della Spagna nella finale con l'Olanda: otto risultati azzeccati su altrettante partite. (ansa 20 agosto 2010)
Serie B. Atalanta-Vicenza 2-0
Atalanta-Vicenza 2-0 nell'anticipo della prima giornata del campionato di serie B. Reti: Pettinari al 4', Tiribocchi al 33' su rigore. Domenica alle 20.45 si giocano Frosinone-Empoli, Grosseto-Ascoli, Livorno-Sassuolo, Modena-Piacenza, Padova-Novara, Pescara-Siena, Portogruaro-Cittadella, Reggina-Crotone e Triestina-Albinoleffe.
Il turno si conclude lunedi' 23 con Torino-Varese (20.45). (ansa)
Il turno si conclude lunedi' 23 con Torino-Varese (20.45). (ansa)
Bundesliga: Bayern-Wolfsburg 2-1
Bayern Monaco-Wolfsburg 2-1 (1-1) nell'anticipo della prima giornata della Bundesliga. Reti: Mueller (9'), Dzeko (55'), Schweinsteiger (91').
Domani si giocano Colonia-Kaiserslautern, Borussia Moenchengladbach-Norimberga, Hannover-Eintracht, Hoffenheim-Werder Brema, Friburgo-St.Pauli e Amburgo-Schalke 04 Il turno si conclude domenica con Magonza-Stoccarda e Borussia Dortmund-Bayer Leverkusen. (ansa 20 agosto 2010)
Domani si giocano Colonia-Kaiserslautern, Borussia Moenchengladbach-Norimberga, Hannover-Eintracht, Hoffenheim-Werder Brema, Friburgo-St.Pauli e Amburgo-Schalke 04 Il turno si conclude domenica con Magonza-Stoccarda e Borussia Dortmund-Bayer Leverkusen. (ansa 20 agosto 2010)
ARGENTINA: PASTORE NON CONVOCATO DA CT
E´ probabilmente nel momento migliore e più importante della sua carriera, ma a sorpresa Javier Pastore non è stato convocato dal ct dell´Argentina Sergio Batista per l´amichevole contro la Spagna in programma il 7 settembre.
Questi nel dettaglio tutti i convocati:
Sergio Romero (AZ Alkmaar - Holanda)
Mariano Andújar (Catania - Italia)
Agustín Marchesín (Lanús - Argentina)
Martín Demichelis (Bayern Munich - Alemania)
Walter Samuel (Internazionale - Italia)
Nicolás Burdisso (Internazionale - Italia)
Gabriel Heinze (Olimpique de Marsella - Francia)
Pablo Zabaleta (Manchester City - Inglaterra)
Gabriel Milito (Barcelona - España)
Javier Zanetti (Internazionale - Italia)
Javier Mascherano (Liverpool - Inglaterra)
Fernando Gago (Real Madrid - España)
Ever Banega (Valencia - España)
Ángel Di María (Real Madrid - España)
Esteban Cambiasso (Internazionale - Italia)
Mario Bolatti (Fiorentina - Italia)
Andrés D´Alessandro (Internacional - Brasil)
Gonzalo Higuaín (Real Madrid - España)
Carlos Tevez (Manchester City - Inglaterra)
Sergio Agüero (Atlético Madrid - España)
Lionel Messi (Barcelona - España)
Diego Milito (Internazionale - Italia)
Ezequiel Lavezzi (Napoli - Italia) (Mediagol.it) (Redazione)
20/08/2010 22.40
Questi nel dettaglio tutti i convocati:
Sergio Romero (AZ Alkmaar - Holanda)
Mariano Andújar (Catania - Italia)
Agustín Marchesín (Lanús - Argentina)
Martín Demichelis (Bayern Munich - Alemania)
Walter Samuel (Internazionale - Italia)
Nicolás Burdisso (Internazionale - Italia)
Gabriel Heinze (Olimpique de Marsella - Francia)
Pablo Zabaleta (Manchester City - Inglaterra)
Gabriel Milito (Barcelona - España)
Javier Zanetti (Internazionale - Italia)
Javier Mascherano (Liverpool - Inglaterra)
Fernando Gago (Real Madrid - España)
Ever Banega (Valencia - España)
Ángel Di María (Real Madrid - España)
Esteban Cambiasso (Internazionale - Italia)
Mario Bolatti (Fiorentina - Italia)
Andrés D´Alessandro (Internacional - Brasil)
Gonzalo Higuaín (Real Madrid - España)
Carlos Tevez (Manchester City - Inglaterra)
Sergio Agüero (Atlético Madrid - España)
Lionel Messi (Barcelona - España)
Diego Milito (Internazionale - Italia)
Ezequiel Lavezzi (Napoli - Italia) (Mediagol.it) (Redazione)
20/08/2010 22.40
Palermo Calcio: Ds Maribor "Italiani fortunati per Vaticano, da noi.."
“Nella gara di ritorno speriamo solo di essere più fortunati. Chissà come mai gli italiani hanno sempre la fortuna dalla loro parte, forse non è una coincidenza che il Vaticano sia in Italia…”. E’ questo il pensiero del direttore sportivo del Maribor, Zlatko Zahovič, evidenziato da "Mediagol.it". “Ci tengo a sottolineare la prima e coraggiosa partita di Matej (Radan, il secondo portiere degli sloveni classe ’90, ndr). Ha giocato con diligenza pur non avendo mai parato in un match ufficiale con la prima squadra e soprattutto senza aver paura dell’atmosfera in cui ci trovavamo e della qualità dei nostri avversari – ha dichiarato il dirigente al sito ufficiale del club – ci ha dimostrato che non andava bene solo per il campionato giovanile ma che possiamo contare su di lui. Un messaggio per i tifosi prima del match di ritorno in casa nostra? Non è ancora finita". (Mediagol.it) (Redazione)
Europa League: raddoppio del Palermo. LIVE
19-08-2010 21:14
Il Palermo apre le danze, poi Napoli e Juventus in Austria
Palermo-Maribor, Napoli-Elfsborg e Sturm Graz-Juventus sono le sfide delle italiane in Europa League.
PALERMO-MARIBOR: 2-0
LE FORMAZIONI UFFICIALI
PALERMO (4-3-1-2): 46 Sirigu, 16 Cassani, 5 Bovo, 25 Glik, 42 Balzaretti, 8 Migliaccio, 11 Liverani, 23 Nocerino, 27 Pastore, 32 Maccarone, 9 Hernandez. (99 Benussi, 15 Dellafiore, 29 Garcia, 6 Munoz, 4 Kasami, 24 Rigoni, 51 Pinilla Ferrera). All.: D. Rossi.
MARIBOR (4-3-3): 12 Pridigar, 7 Mejac, 26 Rajcevic, 66 Andelkovic, 28 Viler, 8 Mezga, 21 Bacinovic, 70 Mertelj, 27 Ilicic, 9 Marcos Tavares, 17 Volas. (13 Radan, 23 Resek, 29 Dodlek, 25 Spahic, 20 Cvijanovic, 14 Plut, 11 Jelic). All.: Milanic.
ARBITRO: McDonald (Scozia).
LIVE:
39': GOL HERNANDEZ: l'uruguaiano batte Radan con un sinistro non irresistibile che il portiere non trattiene. Terribile uno-due dei rosanero.
36': GOL MACCARONE: l'attaccante rosanero batte il neo entrato Radan, e porta in vantaggio il Palermo.
Al 33' è rigore per il Palermo: Hernandez viene steso dal portiere Pridigar, che viene anche espulso.
21': bella azione di prima del Palermo che va vicino al vantaggio con Nocerino. La squadra di Delio Rossi è in palla.
Al 7' Massimo Maccarone sfiora il gol del vantaggio rosanero sugli sviluppi di un'azione da calcio d'angolo.
Il Palermo apre le danze, poi Napoli e Juventus in Austria
Palermo-Maribor, Napoli-Elfsborg e Sturm Graz-Juventus sono le sfide delle italiane in Europa League.
PALERMO-MARIBOR: 2-0
LE FORMAZIONI UFFICIALI
PALERMO (4-3-1-2): 46 Sirigu, 16 Cassani, 5 Bovo, 25 Glik, 42 Balzaretti, 8 Migliaccio, 11 Liverani, 23 Nocerino, 27 Pastore, 32 Maccarone, 9 Hernandez. (99 Benussi, 15 Dellafiore, 29 Garcia, 6 Munoz, 4 Kasami, 24 Rigoni, 51 Pinilla Ferrera). All.: D. Rossi.
MARIBOR (4-3-3): 12 Pridigar, 7 Mejac, 26 Rajcevic, 66 Andelkovic, 28 Viler, 8 Mezga, 21 Bacinovic, 70 Mertelj, 27 Ilicic, 9 Marcos Tavares, 17 Volas. (13 Radan, 23 Resek, 29 Dodlek, 25 Spahic, 20 Cvijanovic, 14 Plut, 11 Jelic). All.: Milanic.
ARBITRO: McDonald (Scozia).
LIVE:
39': GOL HERNANDEZ: l'uruguaiano batte Radan con un sinistro non irresistibile che il portiere non trattiene. Terribile uno-due dei rosanero.
36': GOL MACCARONE: l'attaccante rosanero batte il neo entrato Radan, e porta in vantaggio il Palermo.
Al 33' è rigore per il Palermo: Hernandez viene steso dal portiere Pridigar, che viene anche espulso.
21': bella azione di prima del Palermo che va vicino al vantaggio con Nocerino. La squadra di Delio Rossi è in palla.
Al 7' Massimo Maccarone sfiora il gol del vantaggio rosanero sugli sviluppi di un'azione da calcio d'angolo.
Ufficiale: Milos Krasic è della Juventus
Milos Krasic è un giocatore della Juventus. A darne l’annuncio, dopo una intera giornata di notizie date e ritirate, è stato personalmente il club russo del CSKA Mosca, proprietario del centrocampista.
Con Edin Dzeko lontano la società torinese ha così deciso di puntare sul laterale di centrocampo. L’annuncio da parte del club russo è stato dato e il procuratore del giocatore Vlado Borozan conferma: “E’ fatta, Juventus e Cska Mosca hanno raggiunto l’accordo. Milos sarà domani in Italia per le visite mediche e poi speriamo che possa esserci l’annuncio. Quindici milioni di euro? Le cifre usciranno a cose fatte, tutto ciò che posso dire è che il ragazzo ha fatto dei sacrifici importanti per coronare il suo sogno“.
Milos Krasic sarà così l’acquisto di rilievo della Juventus. Per il giocatore sarà preparato un contratto quadriennale. Il serbo sarà bianconero per una cifra intorno ai 15 milioni di euro.
calcioline.com
Genoa, a mezzanotte scadono i cent'anni di sfiga
I tifosi rossublù attendono con ansia la fine di questa giornata per potersi liberare della maledizione lanciata il 19 agosto 1910 da una contadina. La donna si vide privata della luce del sole sui suoi orti a causa della costruzione dello stadio Ferraris
Dita incrociate e oggetti scaramantici in bella evidenza, almeno fino alla mezzanotte di oggi, quando scadrà la maledizione lanciata contro il Genoa da una contadina che proprio 100 anni fa si vide privata della luce del sole sui suoi orti dal costruendo stadio di Genova. "Genoa, non vincerai nulla per i prossimi cent'anni; non vedrai più la luce delle vittorie, così come io non vedo più la luce del sole", sarebbe stato l'anatema lanciato. Storia vera o leggenda, sta di fatto che i tifosi rossoblù attendono con ansia la fine della maledizione, inseguiti dall'ironia e dagli sfottò dei 'cugini' blucerchiati. La vicenda, passata di bocca in bocca tra i vecchi sostenitori del Grifone, è tornata a galla ogni volta che eventi straordinari, ovviamente in negativo, si sono abbattuti sul Genoa: scudetti persi in modo rocambolesco, partite disgraziate, tragedie personali, retrocessioni, cambi di proprietà. Così da 100 anni, da quel 19 agosto del 1910, quando la decisione di costruire lo stadio Luigi Ferraris indusse il marchese Musso Piantelli, socio e tifoso del Genoa, a cedere una parte dei terreni che circondavano Villa Piantelli, oggi sede di riunioni della tifoseria.
Il mutamento urbanistico della zona causò effetti negativi soprattutto per un’anziana contadina che viveva dei prodotti del suo orto, confinante con i terreni di Villa Piantelli, e che si vide così costruire lo stadio nei pressi di casa. Da qui l'anatema lanciato contro il Genoa. Del resto la maledizione legata a Villa Piantelli, costruita nel 1500, vide negli anni crescere racconti a metà strada tra la fantasia e la cronaca. Non ultima la spedizione, nel 1933, di un gruppo di camalli alla ricerca di presunti fantasmi. Le cronache del tempo narrano di una fuga ingloriosa del gruppo, preso a schiaffi nel buio da mani ignote.
sport.sky
Europa League: Juve a Graz col rebus regista Palermo e Napoli d’assalto
Stasera scatta l’avventura per le squadre italiane impegnate nell’Europa League. Impegno in trasferta per la Juventus in casa dello Sturm Graz mentre Napoli e Palermo inizieranno fra le mura amiche rispettivamente contro Elfsborg e Maribor.
STURM GRAZ-JUVENTUS Ci sarà anche Amauri in Austria a disposizione del tecnico bianconero Gigi Del Neri. L’oriundo l’altro ieri era stato denunciato per oltraggio dai carabinieri dopo una sua reazione eccessiva alla contestazione di un divieto di sosta all’uscita di un ristorante vicino Torino. Pronte le scuse dell’attaccante juventino. Per quanto riguarda la squadra Del Neri ha convocato anche Diego e deve risolvere il rebus del regista a centrocampo.
In tv: Mediaset Premium Calcio (ore 21.05).
NAPOLI-ELFSBORG Al San Paolo la squadra di Mazzarri affronta gli svedesi che hanno già tante gare di campionato alle spalle. Non dovrebbe partire titolare Cavani. Per il resto il tecnico si affiderà alla formazione collaudata dello scorso campionato. In attacco davanti a Lavezzi e Hamsik ci sarà Quagliarella. Dubbio sulla fascia sinistra con Dossena favorito su Zuniga.
In tv: Sky Calcio 1 e Mediaset Premium Calcio 4 (ore 21).
PALERMO-MARIBOR Al Barbera arrivano gli sloveni, una squadra da prendere con le molle. Nonostante l’assenza di Miccoli il tecnico Delio Rossi davanti può contare sul trio Pastore-Hernandez-Maccarone.
In tv: Sky Calcio 2 e Mediaset Premium Calcio 5 (ore 20.30).
avvenire 19 Agosto 2010
STURM GRAZ-JUVENTUS Ci sarà anche Amauri in Austria a disposizione del tecnico bianconero Gigi Del Neri. L’oriundo l’altro ieri era stato denunciato per oltraggio dai carabinieri dopo una sua reazione eccessiva alla contestazione di un divieto di sosta all’uscita di un ristorante vicino Torino. Pronte le scuse dell’attaccante juventino. Per quanto riguarda la squadra Del Neri ha convocato anche Diego e deve risolvere il rebus del regista a centrocampo.
In tv: Mediaset Premium Calcio (ore 21.05).
NAPOLI-ELFSBORG Al San Paolo la squadra di Mazzarri affronta gli svedesi che hanno già tante gare di campionato alle spalle. Non dovrebbe partire titolare Cavani. Per il resto il tecnico si affiderà alla formazione collaudata dello scorso campionato. In attacco davanti a Lavezzi e Hamsik ci sarà Quagliarella. Dubbio sulla fascia sinistra con Dossena favorito su Zuniga.
In tv: Sky Calcio 1 e Mediaset Premium Calcio 4 (ore 21).
PALERMO-MARIBOR Al Barbera arrivano gli sloveni, una squadra da prendere con le molle. Nonostante l’assenza di Miccoli il tecnico Delio Rossi davanti può contare sul trio Pastore-Hernandez-Maccarone.
In tv: Sky Calcio 2 e Mediaset Premium Calcio 5 (ore 20.30).
avvenire 19 Agosto 2010
La Bundesliga scarica Sky e pensa a una pay tv
GERMANIA
ilmanifesto.it
In Germania la Bundesliga sta pensando a «mettersi in proprio», creando una emittente televisiva per trasmettere le partite del campionato di serie A tedesco. L'idea - non ancora ufficializzata - è maturata viste le difficoltà perduranti di Sky. La società del tycoon Murdoch, che aveva ereditato le attività della fallita Première del gruppo Kirch, stenta. Nel secondo trimestre 2010 ha infatti perso 82 milioni di euro a fronte di 236 di fatturato, anche se Brian Sullivan, il Ceo di Sky, si dimostra «ottimista sul futuro». La Bundelisga incassa 400 milioni di euro dalla cessione dei diritti televisivi e internet, che rappresentano però solo il 30% dei ricavi, percentuale nettamente inferiore a quella italiana ma anche di altri paesi europei. In base a questo, molti club sono convinti di poter sfruttare meglio «la miniera d'oro».
ilmanifesto.it
In Germania la Bundesliga sta pensando a «mettersi in proprio», creando una emittente televisiva per trasmettere le partite del campionato di serie A tedesco. L'idea - non ancora ufficializzata - è maturata viste le difficoltà perduranti di Sky. La società del tycoon Murdoch, che aveva ereditato le attività della fallita Première del gruppo Kirch, stenta. Nel secondo trimestre 2010 ha infatti perso 82 milioni di euro a fronte di 236 di fatturato, anche se Brian Sullivan, il Ceo di Sky, si dimostra «ottimista sul futuro». La Bundelisga incassa 400 milioni di euro dalla cessione dei diritti televisivi e internet, che rappresentano però solo il 30% dei ricavi, percentuale nettamente inferiore a quella italiana ma anche di altri paesi europei. In base a questo, molti club sono convinti di poter sfruttare meglio «la miniera d'oro».
Europa League: Palermo pronto per l'NK Maribor
Gli sloveni dell'NK Maribor sono attesi al 'Barbera' per l'andata negli spareggi in Europa League. Una formazione che Delio Rossi non sottovaluta, nonostante sulla carta sia favorita la formazione siciliana.
Per arrivare alla sfida contro il Palermo, la formazione guidata da Darko Milanič ha già superato due turni preliminari, senza mai perdere (tre successi e un pareggio).
Nel secondo turno preliminare il Maribor ha avuto la meglio sugli ungheresi del Videoton (pareggio per 1-1 all'andata e successo in casa nel ritorno per 2-0); nel terzo turno ha estromesso gli scozzesi dell'Hibernian Edimburgo (doppio successo: 3-0 interno all'andata e 3-2 fuori casa nel ritorno). L'ultima sconfitta internazionale degli sloveni risale al 27 agosto 2009, in Europa League (0-1 a Praga dallo Sparta).
Palermo-Maribor sarà il quinto doppio euro-confronto tra squadre italiane e slovene nelle coppe europee. Negli otto singoli incontri il bilancio vede 7 successi delle italiane e 1 pareggio. L'unico risultato utile è proprio del Maribor, grazie allo 0-0 casalingo contro il Parma in coppa Uefa, il 30 settembre 2004.
Il Maribor, fondato nel 1960, rappresentativa dell'omonima città slovena, dall'indipendenza della nazione nel 1991 vanta otto campionato, sei Coppe di Slovenia, di cui l'ultima conquistata l'8 maggio 2010, grazie alla vittoria sull'NK Domžale per 3-2 dopo i supplementari. Nel palmares anche una Supercoppa di Slovenia.
Attualmente, dopo le prime cinque giornate di campionato sloveno, si trova in testa alla classifica con 10 punti, primato che condivide col Domžale, ma con una partita in meno (la sfida valida per la quarta giornata contro l'Olimpija Ljubljana è in programma il prossimo 29 settembre). La scorsa stagione la formazione di Darko Milanič ha chiuso al secondo posto, alle spalle dell' FC Koper, a quota 62 punti.
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Per arrivare alla sfida contro il Palermo, la formazione guidata da Darko Milanič ha già superato due turni preliminari, senza mai perdere (tre successi e un pareggio).
Nel secondo turno preliminare il Maribor ha avuto la meglio sugli ungheresi del Videoton (pareggio per 1-1 all'andata e successo in casa nel ritorno per 2-0); nel terzo turno ha estromesso gli scozzesi dell'Hibernian Edimburgo (doppio successo: 3-0 interno all'andata e 3-2 fuori casa nel ritorno). L'ultima sconfitta internazionale degli sloveni risale al 27 agosto 2009, in Europa League (0-1 a Praga dallo Sparta).
Palermo-Maribor sarà il quinto doppio euro-confronto tra squadre italiane e slovene nelle coppe europee. Negli otto singoli incontri il bilancio vede 7 successi delle italiane e 1 pareggio. L'unico risultato utile è proprio del Maribor, grazie allo 0-0 casalingo contro il Parma in coppa Uefa, il 30 settembre 2004.
Il Maribor, fondato nel 1960, rappresentativa dell'omonima città slovena, dall'indipendenza della nazione nel 1991 vanta otto campionato, sei Coppe di Slovenia, di cui l'ultima conquistata l'8 maggio 2010, grazie alla vittoria sull'NK Domžale per 3-2 dopo i supplementari. Nel palmares anche una Supercoppa di Slovenia.
Attualmente, dopo le prime cinque giornate di campionato sloveno, si trova in testa alla classifica con 10 punti, primato che condivide col Domžale, ma con una partita in meno (la sfida valida per la quarta giornata contro l'Olimpija Ljubljana è in programma il prossimo 29 settembre). La scorsa stagione la formazione di Darko Milanič ha chiuso al secondo posto, alle spalle dell' FC Koper, a quota 62 punti.
sportmediaset
Calcio: Sale la febbre derby
Siamo soltanto a giovedì ma la febbre per il derby tra Sorrento e Salernitana è già alta. Non potrebbe essere altrimenti, quello con i granata è uno dei derby più sentiti dalla tifoseria rossonera. Si potrebbe pensare che ci sia acredine con la tifoseria avversaria, ma non è così. Il motivo è da ricercare nel fatto che le sfide tra Sorrento e Salernitana al campo Italia molto spesso hanno deciso le sorti dei campionati. La prima e forse la più importante di tutte fu quella della primavera 71 quando un gol di Sportiello a pochi minuti dalla fine determinò il sorpasso in classifica e proiettò i rossoneri verso la promozione in B.
Passano quatto anni e la storia si ripete. É il 12 ottobre 1975, quinta di andata, quando la Salernitana capolista viene a far visita al Sorrento seguita da oltre mille tifosi. I rossoneri vanno in vantaggio grazie ad una prodezza di Nando Scarpa. La Salernitana pareggia su rigore tirato da Abbondanza, che l’anno prima vestiva la maglia rossonera. Ma nel finale Petta regala la rete della vittoria al Sorrento. Proprio quel giorno inizia la splendida cavalcata dei rossoneri che si arresterà a metà del girone di ritorno quando la serie B sembrava quasi sicura.
Per finire è da ricordare anche l’ultimo incontro della serie disputatosi il 17 febbraio 2008 che opponeva la capolista Salernitana ad un Sorrento impegnato nella lotta per evitare i playout. Quel giorno i rossoneri guidati in panchina da Massimo Morgia ottennero un’importante successo grazie alla rete del difensore Errico Braca, salernitano di nascita.
In campionato Sorrento e Salernitana si sono incontrate 22 volte. Il bilancio complessivo vede 6 affermazioni dei rossoneri contro le 7 dei granata. I gol realizzati sono finora 10 quelli subiti 14. Al campo Italia il Sorrento ha ottenuto 5 vittorie; le restanti 6 gare si sono concluse tutte con il risultato di 0 a 0.
Domenica prossima le due formazioni sono pronte a scrivere un altro capitolo. La Salernitana è appena retrocessa dalla serie B dopo un campionato da dimenticare. In estate è stata sul punto di fallire, riuscendo ad iscriversi al campionato per il rotto della cuffia ed è tuttora in attesa di una penalizzazione per le irregolarità commesse. La squadra granata ha conservato diversi elementi della passata stagione e sarà senz’altro tra le protagoniste del campionato. Il Sorrento in estate si è rinforzato con giudizio e punta a disputare un buon campionato. Si annuncia quindi una sfida vibrante che potrebbe lanciare la vincitrice nelle alte vette della classifica.
Articolo Aggiunto il: 19/08/2010 - sorrentoedintorni.it
Passano quatto anni e la storia si ripete. É il 12 ottobre 1975, quinta di andata, quando la Salernitana capolista viene a far visita al Sorrento seguita da oltre mille tifosi. I rossoneri vanno in vantaggio grazie ad una prodezza di Nando Scarpa. La Salernitana pareggia su rigore tirato da Abbondanza, che l’anno prima vestiva la maglia rossonera. Ma nel finale Petta regala la rete della vittoria al Sorrento. Proprio quel giorno inizia la splendida cavalcata dei rossoneri che si arresterà a metà del girone di ritorno quando la serie B sembrava quasi sicura.
Per finire è da ricordare anche l’ultimo incontro della serie disputatosi il 17 febbraio 2008 che opponeva la capolista Salernitana ad un Sorrento impegnato nella lotta per evitare i playout. Quel giorno i rossoneri guidati in panchina da Massimo Morgia ottennero un’importante successo grazie alla rete del difensore Errico Braca, salernitano di nascita.
In campionato Sorrento e Salernitana si sono incontrate 22 volte. Il bilancio complessivo vede 6 affermazioni dei rossoneri contro le 7 dei granata. I gol realizzati sono finora 10 quelli subiti 14. Al campo Italia il Sorrento ha ottenuto 5 vittorie; le restanti 6 gare si sono concluse tutte con il risultato di 0 a 0.
Domenica prossima le due formazioni sono pronte a scrivere un altro capitolo. La Salernitana è appena retrocessa dalla serie B dopo un campionato da dimenticare. In estate è stata sul punto di fallire, riuscendo ad iscriversi al campionato per il rotto della cuffia ed è tuttora in attesa di una penalizzazione per le irregolarità commesse. La squadra granata ha conservato diversi elementi della passata stagione e sarà senz’altro tra le protagoniste del campionato. Il Sorrento in estate si è rinforzato con giudizio e punta a disputare un buon campionato. Si annuncia quindi una sfida vibrante che potrebbe lanciare la vincitrice nelle alte vette della classifica.
Articolo Aggiunto il: 19/08/2010 - sorrentoedintorni.it
Samuel: «Inter, vinci le due Supercoppe. Roma? È forte!»
MILANO, 18 agosto - Quella di sabato contro la Roma, «sarà una partita difficile» contro una squadra «che si è rinforzata molto bene» ma l'Inter, archiviato il triplete della scorsa stagione «cercherà di dare il massimo e vincere, già sabato, un trofeo», il primo dell'era Benitez. A inquadrare in questo modo la sfida di Supercoppa italiana contro i giallorossi di Raniera è il difensore nerazzurro, Samuel, intervistato da Inter Channel. «Stiamo lavorando bene - ha osservato - e stiamo cercando di ritrovare la forma».
LA GRINTA - Supercoppa italiana ed europea, ha proseguito «sono due trofei che si possono vincere. Questa è la nostra motivazione: cercheremo di dare il massimo e vincere già sabato un trofeo», proseguendo la strisca di vittorie dello scorso anno. L'ultima, ha sottolineato Samuel, «è stata una stagione bellissima, un'annata fantastica. Difficile ripetere un'annata così: campionato, Champions League e coppa Italia sono competizioni difficili, dobbiamo andare avanti passo dopo passo. A nessuno piace perdere - ha aggiunto l'argentino -: cercheremo già da sabato di dimostrare che vogliamo vincere, quello che parla è il campo».
«LA ROMA È FORTISSIMA» - Quanto alla Roma, ha puntualizzato l'ex giallorosso, «si è rinforzata molto bene. La partita sarà difficile. Adriano - ha argomentato ancora - lo conosciamo e conosciamo il suo valore: vedremo, loro sono fortissimi». Chiusa l'era Mourinho, Samuel non vede problemi con le novità introdotte da Benitez, in particolare con il desiderio del tecnico di una difesa più alta. «Ha le sue idee - ha chiosato - e non cerchiamo di arrivare a quello che dice». Una difesa alta «non vuol dire che si debba per forza rischiare di più, una volta trovata la coordinazione».
tuttosport
LA GRINTA - Supercoppa italiana ed europea, ha proseguito «sono due trofei che si possono vincere. Questa è la nostra motivazione: cercheremo di dare il massimo e vincere già sabato un trofeo», proseguendo la strisca di vittorie dello scorso anno. L'ultima, ha sottolineato Samuel, «è stata una stagione bellissima, un'annata fantastica. Difficile ripetere un'annata così: campionato, Champions League e coppa Italia sono competizioni difficili, dobbiamo andare avanti passo dopo passo. A nessuno piace perdere - ha aggiunto l'argentino -: cercheremo già da sabato di dimostrare che vogliamo vincere, quello che parla è il campo».
«LA ROMA È FORTISSIMA» - Quanto alla Roma, ha puntualizzato l'ex giallorosso, «si è rinforzata molto bene. La partita sarà difficile. Adriano - ha argomentato ancora - lo conosciamo e conosciamo il suo valore: vedremo, loro sono fortissimi». Chiusa l'era Mourinho, Samuel non vede problemi con le novità introdotte da Benitez, in particolare con il desiderio del tecnico di una difesa più alta. «Ha le sue idee - ha chiosato - e non cerchiamo di arrivare a quello che dice». Una difesa alta «non vuol dire che si debba per forza rischiare di più, una volta trovata la coordinazione».
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